Il ruolo di Pisapia e l’ipotesi listone al voto regionale
C’è un volantino ad accompagnare lo spezzone rosso-arancione del corteo del 25 Aprile. È firmato da Sinistra X Milano, Mdp-Articolo uno, Verdi e Campo progressista. E assomiglia tanto a un manifesto. I big dell’area a sinistra del Pd, da D’Alema a Pisapia, sfilano per la prima volta uniti dietro lo striscione «A conquistare la nuova primavera». Pronti alla lista unica alle Regionali.
«A conquistare la nuova primavera». Lo striscione che per la prima volta raccoglie i big che affollano lo spazio a sinistra del Pd — da Massimo D’Alema a Giuliano Pisapia — non è l’unico segnale, in attesa di capire come si concluderà la battaglia congressuale dei Democratici, che qualcosa si muove. Anche (e soprattutto) a Milano. C’è un volantino ad accompagnare questo spezzone rosso-arancione del corteo del 25 Aprile. È firmato da Sinistra X Milano, Mdp-Articolo uno, Verdi e Campo progressista. E assomiglia tanto a un manifesto, che va al di là della ricorrenza di ieri. «Il 25 Aprile è la festa di tutte e tutti coloro che si riconoscono uniti nei valori della Resistenza antifascista — è l’appello —. Senza veti, divisioni strumentali o culturali. Il 25 Aprile è il giorno in cui ritroviamo le nostre radici e i nostri valori: democrazia, diritti, uguaglianza, pace, solidarietà e accoglienza. È questa la nostra idea di centrosinistra e la prospettiva concreta che vogliamo costruire per l’Italia e per l’Europa».
Spiega Anita Pirovano, di Sinistra X Milano: «Abbiamo voluto lanciare chiaro il messaggio che vogliamo una casa comune, un nuovo centrosinistra, rinnovato e in discontinuità con le politiche di governo degli ultimi anni. È rivolto a tutti e vogliamo farlo con chi ci sta, con o senza il Partito democratico. Oggi (ieri, ndr) volevamo portare in piazza questo segnale nel giorno in cui Milano è veramente la “capitale” del Paese».
L’obiettivo è un tema caro all’ex sindaco arancione: ricostruire il centrosinistra che fu, rilanciando ovunque il «Modello Milano» nato nel 2011 e che ha faticosamente resistito a livello locale, con altri interpreti, anche cinque anni dopo. Resta da capire, e non è poco, se si farà con o senza il partito del Nazareno. A livello nazionale molto dipende da quale Pd uscirà dalle primarie e da quella che sarà la legge elettorale. Ma intanto a Milano e in Lombardia, dove nessuno finora ha messo in dubbio la resistenza di un «centrosinistra aperto», a sinistra del Pd ci si parla, ci si confronta e si provano a costruire le basi comuni tra arancioni, scissionisti dem, verdi e quella parte di Sel rimasta ancorata a Pisapia.
Si parte dalle parole d’ordine dell’appello unitario: libertà, accoglienza, progresso. A oggi, siamo ancora ai primi abboccamenti. Con uno sguardo interessato però alle Regionali lombarde del 2018, quando — si sta iniziando a ragionare — tutta quest’area potrebbe presentarsi con una lista unica a sostegno del candidato di coalizione. Non prima. Perché l’ex sindaco arancione ai suoi l’ha detto più volte: Campo progressista alle prossime amministrative di giugno non presenterà sue liste.
La corsa al Pirellone però potrebbe essere l’occasione per dare forma a una sinistra «larga», che riunisca tutti (a parte i compagni di Sinistra Italiana, che ieri non a caso sfilavano a distanza in un altro spezzone del corteo), senza perdere di vista l’obiettivo principale, che è e rimane quello di ricreare il centrosinistra.