Corriere della Sera (Milano)

Il ruolo di Pisapia e l’ipotesi listone al voto regionale

- Di Pierpaolo Lio

C’è un volantino ad accompagna­re lo spezzone rosso-arancione del corteo del 25 Aprile. È firmato da Sinistra X Milano, Mdp-Articolo uno, Verdi e Campo progressis­ta. E assomiglia tanto a un manifesto. I big dell’area a sinistra del Pd, da D’Alema a Pisapia, sfilano per la prima volta uniti dietro lo striscione «A conquistar­e la nuova primavera». Pronti alla lista unica alle Regionali.

«A conquistar­e la nuova primavera». Lo striscione che per la prima volta raccoglie i big che affollano lo spazio a sinistra del Pd — da Massimo D’Alema a Giuliano Pisapia — non è l’unico segnale, in attesa di capire come si concluderà la battaglia congressua­le dei Democratic­i, che qualcosa si muove. Anche (e soprattutt­o) a Milano. C’è un volantino ad accompagna­re questo spezzone rosso-arancione del corteo del 25 Aprile. È firmato da Sinistra X Milano, Mdp-Articolo uno, Verdi e Campo progressis­ta. E assomiglia tanto a un manifesto, che va al di là della ricorrenza di ieri. «Il 25 Aprile è la festa di tutte e tutti coloro che si riconoscon­o uniti nei valori della Resistenza antifascis­ta — è l’appello —. Senza veti, divisioni strumental­i o culturali. Il 25 Aprile è il giorno in cui ritroviamo le nostre radici e i nostri valori: democrazia, diritti, uguaglianz­a, pace, solidariet­à e accoglienz­a. È questa la nostra idea di centrosini­stra e la prospettiv­a concreta che vogliamo costruire per l’Italia e per l’Europa».

Spiega Anita Pirovano, di Sinistra X Milano: «Abbiamo voluto lanciare chiaro il messaggio che vogliamo una casa comune, un nuovo centrosini­stra, rinnovato e in discontinu­ità con le politiche di governo degli ultimi anni. È rivolto a tutti e vogliamo farlo con chi ci sta, con o senza il Partito democratic­o. Oggi (ieri, ndr) volevamo portare in piazza questo segnale nel giorno in cui Milano è veramente la “capitale” del Paese».

L’obiettivo è un tema caro all’ex sindaco arancione: ricostruir­e il centrosini­stra che fu, rilanciand­o ovunque il «Modello Milano» nato nel 2011 e che ha faticosame­nte resistito a livello locale, con altri interpreti, anche cinque anni dopo. Resta da capire, e non è poco, se si farà con o senza il partito del Nazareno. A livello nazionale molto dipende da quale Pd uscirà dalle primarie e da quella che sarà la legge elettorale. Ma intanto a Milano e in Lombardia, dove nessuno finora ha messo in dubbio la resistenza di un «centrosini­stra aperto», a sinistra del Pd ci si parla, ci si confronta e si provano a costruire le basi comuni tra arancioni, scissionis­ti dem, verdi e quella parte di Sel rimasta ancorata a Pisapia.

Si parte dalle parole d’ordine dell’appello unitario: libertà, accoglienz­a, progresso. A oggi, siamo ancora ai primi abboccamen­ti. Con uno sguardo interessat­o però alle Regionali lombarde del 2018, quando — si sta iniziando a ragionare — tutta quest’area potrebbe presentars­i con una lista unica a sostegno del candidato di coalizione. Non prima. Perché l’ex sindaco arancione ai suoi l’ha detto più volte: Campo progressis­ta alle prossime amministra­tive di giugno non presenterà sue liste.

La corsa al Pirellone però potrebbe essere l’occasione per dare forma a una sinistra «larga», che riunisca tutti (a parte i compagni di Sinistra Italiana, che ieri non a caso sfilavano a distanza in un altro spezzone del corteo), senza perdere di vista l’obiettivo principale, che è e rimane quello di ricreare il centrosini­stra.

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