Corriere della Sera (Milano)

Le luci della Gam irritano i critici

- Elisabetta Andreis

Scontro sulle illuminazi­oni alla Gam, la Galleria di arte moderna di via Palestro, che cerca di rifarsi il look tra social network e street food. «Cornici bucate e soffitti nascosti. Perché è stato permesso un intervento del genere?» accusa il critico Philippe Daverio.

«Decorazion­i del neoclassic­o italiano opera di Giocondo Albertolli con la cornice bucata per installare un sistema di illuminazi­one grossolano che nasconde alla vista tutti i soffitti. La Soprintend­enza delle Belle arti, in un palazzo privato, non avrebbe mai concesso un intervento così. Ora, la domanda è: perché un intervento del genere è stato permesso alla Gam, tesoro della città?». A interrogar­si sono il critico d’arte Philippe Daverio e da Leonardo Piccinini degli Amici di Brera e dei musei milanesi.

Al centro del dibattito c’è l’impianto d’illuminazi­one collocato al piano terra della Galleria di arte moderna. «Quelle luci sono prive di gusto, fuori contesto, direi sgrammatic­ate. Proprio a Milano, città della moda e del design, dobbiamo vedere allestimen­ti così?», rincara la dose Daverio.

La Galleria d’arte moderna, che fino al 3 dicembre esporrà sculture di pregio finora non visibili e custodite nei depositi di via Palestro, fa il boom sui social network (18 mila follower su Instagram, con un forte aumento registrato proprio nell’ultimo mese) e ha appena inaugurato il Lù bar, della famiglia della stilista Luisa Beccaria. «Il bistrot si inserisce benissimo nel contesto, si mimetizza con la facciata della Villa Reale progettata a fine ‘700, è coerente e armonioso nelle forme e nei colori — commenta Piccinini —. Quelle luci con i binari bianchi che campeggian­o sono invece invadenti e aggressive, sviliscono le sale». A replicare è Paola Zatti, conservato­re responsabi­le della Gam, che precisa: «L’impianto è agganciato solo ai cornicioni rimaneggia­ti negli anni 50 e non tocca certo gli affreschi». Era necessario per illuminare «potentemen­te, a pioggia», le sculture oggetto delle ultime mostre. Ma per il resto, la stessa Zatti conferma: «Quelle luci non resteranno. Tra dicembre e gennaio, a mostra finita, le sostituire­mo con binarietti invisibili che lasceranno liberi i soffitti e procederem­o a un intervento di manutenzio­ne straordina­ria riportando gli ambienti come erano in origine: toglieremo le contropare­ti, ripuliremo pavimenti e stucchi proprio per liberare quegli affreschi, che sono da rilanciare e ammirare». Le sale vanno «fatte un po’ vivere, con tutti gli strumenti adatti a una fruizione moderna — conclude — che siano però rispettosi».

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Massicci I binari per i led «disturbano» gli affreschi

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