Le luci della Gam irritano i critici
Scontro sulle illuminazioni alla Gam, la Galleria di arte moderna di via Palestro, che cerca di rifarsi il look tra social network e street food. «Cornici bucate e soffitti nascosti. Perché è stato permesso un intervento del genere?» accusa il critico Philippe Daverio.
«Decorazioni del neoclassico italiano opera di Giocondo Albertolli con la cornice bucata per installare un sistema di illuminazione grossolano che nasconde alla vista tutti i soffitti. La Soprintendenza delle Belle arti, in un palazzo privato, non avrebbe mai concesso un intervento così. Ora, la domanda è: perché un intervento del genere è stato permesso alla Gam, tesoro della città?». A interrogarsi sono il critico d’arte Philippe Daverio e da Leonardo Piccinini degli Amici di Brera e dei musei milanesi.
Al centro del dibattito c’è l’impianto d’illuminazione collocato al piano terra della Galleria di arte moderna. «Quelle luci sono prive di gusto, fuori contesto, direi sgrammaticate. Proprio a Milano, città della moda e del design, dobbiamo vedere allestimenti così?», rincara la dose Daverio.
La Galleria d’arte moderna, che fino al 3 dicembre esporrà sculture di pregio finora non visibili e custodite nei depositi di via Palestro, fa il boom sui social network (18 mila follower su Instagram, con un forte aumento registrato proprio nell’ultimo mese) e ha appena inaugurato il Lù bar, della famiglia della stilista Luisa Beccaria. «Il bistrot si inserisce benissimo nel contesto, si mimetizza con la facciata della Villa Reale progettata a fine ‘700, è coerente e armonioso nelle forme e nei colori — commenta Piccinini —. Quelle luci con i binari bianchi che campeggiano sono invece invadenti e aggressive, sviliscono le sale». A replicare è Paola Zatti, conservatore responsabile della Gam, che precisa: «L’impianto è agganciato solo ai cornicioni rimaneggiati negli anni 50 e non tocca certo gli affreschi». Era necessario per illuminare «potentemente, a pioggia», le sculture oggetto delle ultime mostre. Ma per il resto, la stessa Zatti conferma: «Quelle luci non resteranno. Tra dicembre e gennaio, a mostra finita, le sostituiremo con binarietti invisibili che lasceranno liberi i soffitti e procederemo a un intervento di manutenzione straordinaria riportando gli ambienti come erano in origine: toglieremo le contropareti, ripuliremo pavimenti e stucchi proprio per liberare quegli affreschi, che sono da rilanciare e ammirare». Le sale vanno «fatte un po’ vivere, con tutti gli strumenti adatti a una fruizione moderna — conclude — che siano però rispettosi».