La Bibbia danzata di Virgilio Sieni
Virgilio Sieni tra ispirazione biblica e un progetto collettivo sul lavoro
Un tappeto di foglie d’oro realizzato dagli artigiani dell’Oltrarno lastrica, come un paradisiaco abitacolo, il «Cantico dei Cantici», penultima creazione di Virgilio Sieni (l’ultima è «Pulcinella Quartet»), in scena in unica data stasera alle 20 alla Triennale Teatro dell’Arte. La coreografia per sei danzatori attinge al biblico «Cantico di Salomone», in cui si immettono, a partire dal IV secolo a.C, alcuni poemi mesopotamici. «Spesso mi ispiro ad argomenti biblici — spiega Sieni, ex direttore della Biennale Danza di Venezia —. Avevo già messo i scena il “Cantico” negli anni ‘90 e mi piaceva riprendere il testo perché è di un’ampiezza infinita: parla di tatto, di vicinanza, carnale e non, tra le persone, fatta di elementi cosmici e concreti come liquidi e odori. Pare che non sia dedicato solo agli esseri umani ma a tutte le presenze in natura». La coreografia sviluppa l’idea del duetto in multipli fino al sestetto e ritorno, un percorso in otto momenti non identificabili, ma che corrisponde alla suddivisione di Guido Ceronetti nella sua traduzione del «Cantico». «La musica originale di Daniele Roccato al contrabbasso, eseguita dal vivo, conduce la percussione su toni gravi diventando quasi diafonica e fa uscire dallo strumento tutti gli elementi della voce, dalla sofferenza al grido».
È questo il primo appuntamento che riporta a Milano il coreografo fiorentino, ex direttore del Settore Danza della Biennale di Venezia: lunedì 1 maggio, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli presenta, in collaborazione con la Triennale e il centro di produzione dello Stesso Sieni, «Cammino popolare», un «atto civile» e collettivo ispirato al tema del lavoro che coinvolgerà un centinaio di cittadini milanesi, di ogni fascia d’età, che hanno aderito a un bando: «Alla fine saranno quasi 200 partecipanti perché si aggiungeranno gruppi provenienti da Genova, Brescia, Mantova — racconta Sieni —. Il riferimento pittorico al «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo è fisiologico, anche se poi mi viene in mente Thoreau: l’atto del camminare è un movimento comune che ci appartiene naturalmente». Sieni ha ormai all’attivo una lunga serie di progetti di danza partecipata concepiti su misura per una città. Com’è, dunque, il «corpo milanese» in azione? «Milano esprime, nonostante tutto, una dimensione di sorpresa. Nonostante sia organizzata come una città europea, esprime un sottobosco quasi caotico, perciò mi intriga moltissimo. Nonostante sia forte l’accento sulla produttività, Milano si sta spostando, in maniera unica, verso una dimensione più legata all’arte e all’individuazione di un nuovo modo di abitare la città. Nei milanesi — afferma Sieni che sta lavorando da settimane con il gruppo di partecipanti — colgo una difficoltà nel donare il proprio tempo in una pratica corporea. Ma, alla fine, il popolo milanese partecipa percorrendo un’altra strada per arrivarci, così come ha affrontato le problematiche della città. Anche nella postura la gente mostra un’altra forma di naturalezza».
Antico Testamento Tatto, odori, carnalità: il Cantico dei cantici non finisce mai di stupire