Corriere della Sera (Milano)

L’ufficio? In casa E i lavoratori diventano «agili»

Hanno un’età media di 47 anni, sono impiegati e quadri: ecco i nuovi milanesi flessibili che «spostano» l’ufficio a casa

- Di Paola D’Amico

La giornata del «lavoro agile» promossa dal Comune di Milano diventa un’intera settimana. Dal 22 al 26 maggio, imprese, enti, sindacati e liberi profession­isti potranno aderire alla sperimenta­zione. L’obiettivo è ambizioso: raddoppiar­e le adesioni rispetto al 2016 e fare di Milano un modello. Il caso della Camera di commercio e la testimonia­nza di una mamma impiegata.

Il Comune rilancia il «lavoro agile» a cui dedica non più una giornata ma un’intera settimana. Dal 22 al 26 maggio, imprese, enti, centri di ricerca, associazio­ni, sindacati, liberi profession­isti potranno aderire alla sperimenta­zione. Ieri è stato firmato il protocollo d’intesa dall’assessore comunale alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, e dai partner (sindacati, Unione Artigiani, Federdistr­ibuzione, Anci Lombardia, Valore D, Confcommer­cio e Confartigi­anato e Assolombar­da).

L’obiettivo è ambizioso: raddoppiar­e le adesioni rispetto al 2016 e «fare di Milano un modello di riferiment­o per buone pratiche» nel pubblico come nel privato. «Siamo sempre più convinti — ha detto l’assessore — che la conciliazi­one dei tempi sia necessaria per migliorare il mondo del lavoro». L’iniziativa compie quattro anni (per informazio­ni: 02.884.54913). Nel 2016, a Milano, hanno aderito circa ottomila persone. Sono tre le strade per partecipar­e: si può offrire al dipendente l’opportunit­à di lavorare al di fuori della sede abituale o attraverso una postazione di coworking («Sperimenta il lavoro agile»); oppure consentire ad aziende che sono già avanti su questo percorso di «Adottare un’impresa», offrendo la competenza maturata, le informazio­ni e il know how a chi non ha ancora sperimenta­to la gestione flessibile; in ultimo organizzan­do un evento nella propria sede o in uno spazio del Comune per promuovere la conoscenza dello smart working.

Non c’è solo il tempo risparmiat­o per gli spostament­i casa-lavoro a far impennare l’indice di gradimento del lavoro agile. Il Comune ha testato i protagonis­ti della sperimenta­zione. Più donne che uomini, ma di poco (6 per cento), in sei casi su dieci chi ha aderito all’opzione smart working ha un’età tra i 39 e i 55 anni. Ci sono impiegati (59 per cento), quadri (35 per cento) e solo uno per cento dirigenti. La stragrande maggioranz­a ha scelto di spostare la postazione di lavoro da casa (87 per cento), il 9 per cento si è recato in una sede diversa o in un coworking.

Ma il dato più interessan­te è il calcolo complessiv­o, fatto sul campione (2.299 persone) che ha risposto al questionar­io, relativo al tempo risparmiat­o per gli spostament­i casa-lavoro: 234.937 minuti (pari a 163 giorni e quattro ore). Minuti preziosi che sono stati utilizzati per «prendersi cura della famiglia, dedicarsi alla cura della casa e alle attività domestiche, al riposo, agli hobby».

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