Dai portinai alle rovine romane Alla «Galleria Bel Vedere» una mostra sulle Cinque Vie
Una collettiva sul quartiere inaugura la nuova sede della galleria Bel Vedere
La Galleria Bel Vedere ha cambiato indirizzo. Ha lasciato la sua storica sede in via Santa Maria Valle e si è trasferita nello straordinario edificio di via Santa Marta 18, sede della Società di Incoraggiamento Arti e Mestieri/SIAM 1838 dove, nel 1863, è nato il Politecnico di Milano. Per la mostra che oggi alle 18 inaugura il nuovo indirizzo la galleria si è fatta promotrice di un invito a cinque fotografi perché raccontassero il quartiere nel quale la Bel Vedere ha la sua nuova sede. «5 fotografi x 5 vie», quindi: Isabella Balena, Giovanni Hänninen, Simona Pesarini, Luca Rotondo, Alessandro Scotti e via Santa Marta, via Santa Maria Podone, via Santa Maria Fulcorina, via Bocchetto, via del Bollo. Cinque autori che hanno affrontato uno storico quartiere nel quale convivono palazzi nobiliari ed edifici un tempo popolari, acciottolati sconnessi e siti archeologici romani, chiese e musei e nel quale rimangono persino testimonianze dei bombardamenti bellici.
La storia di Milano inizia qui e la coraggiosa iniziativa dei galleristi è stata premiata dall’entusiasmo dei fotografi coinvolti. Isabella Balena ha raccontato le numerose attività didattiche che si tengono nell’edificio che ospita la Galleria ma ha dedicato la sua attenzione anche alla vita che si svolge all’interno degli edifici museali. Giovanni Hänninen ha affrontato la fotogenia della notte, dall’alto, per offrire anche piccole sorprese, impreviste presenze umane, sguardi lontani sulle vite altrui. Simona Pesarini ha percorso le 5 vie all’alba o al tramonto, guardando gli edifici come fossero scenografie per possibili incontri. Luca Rotondo si è dedicato agli interni, censendo con il consueto rigore i portinai della zona ritratti nelle loro guardiole. Alessandro Scotti ha lavorato invece sulla memoria, sulle testimonianze di alcuni abitanti del quartiere, mescolando le parole a immagini che sembrano uscire del nero della stampa per rivelare ricordi sepolti. In mostra quindi cinque lezioni di fotografia applicata, un formidabile strumento per aiutarci a «vedere» e per conoscere meglio la città. Fino al 3 giugno.