«Sì alla selezione Filosofia è dura»
«Il numero chiuso? Proviamo e vediamo cosa comporta». La voce è quella del filosofo della scienza e docente della Statale Giulio Giorello. Da oltre 40 anni in cattedra, ragiona sulla possibilità di limitare gli iscritti alle facoltà umanistiche di via Festa del Perdono: «Molti le considerano un refugium peccatorum dopo la sconfitta nei corsi scientifici».
È giusto quindi chiudere?
«Penso che debbano iscriversi a queste lauree solo gli studenti che vogliono intraprendere una carriera nelle
humanae litterae. È un percorso arduo, contrariamente a quanto si possa credere. È giusto far capire fin dal principio le difficoltà».
Non si va contro il diritto allo studio?
«È sempre meglio che i giovani possano scegliere, ma se non hanno le qualità è inutile che inizino una strada per poi lasciarla. La piaga dell’abbandono è da sconfiggere».
Sì al test selettivo dunque.
«Non so se sia il metodo più corretto. Potrebbe funzionare una prova scritta, un numero chiuso o programmato, ovvero variabile in base ad alcuni criteri. Più posti in caso di più sbocchi lavorativi ad esempio, ma non sono per le soluzioni rigide. Credo si debba valutare in modo più fluido, caso per caso. Quello che conta è la motivazione degli studenti».
Non ci sono altre vie praticabili?
«Sicuramente bisogna lavorare sugli stimoli per ridurre i fuoricorso, stringere sui tempi degli esami. Un altro modello che sarebbe interessante seguire è quello della Francia. Maggior collegamento tra i licei e gli atenei per guidare i giovani».
Tradotto?
«Se un ragazzo ha buoni risultati in Filosofia e Lettere negli ultimi anni delle superiori, si iscrive a facoltà umanistiche,
Attitudine «Se i ragazzi non hanno le giuste qualità è inutile che comincino per poi lasciare»
altrimenti sceglie altro. Un sistema che funziona però in un contesto in cui la media dei voti è un criterio uniforme e riconosciuto, ma per questo serve una revisione delle scuole preuniversitarie».
Ma davvero ci sono troppi studenti a Lettere e Filosofia?
«Sono facoltà che hanno successo in Statale per la buona tradizione dell’ateneo e per i bravi docenti, ma non è ovunque così. In altre città sono in crisi. Giova anche il contatto con Milano. D’altra parte chi esce bene da Filosofia può lavorare in diversi settori. Senza contare che non è una materia necessariamente umanistica: pensiamo a Filosofia della scienza, della biologia».
Hanno ragione gli studenti a protestare per le possibilità che si chiudono?
«Fanno il loro mestiere, è logico. Salvo poi dimostrarsi d’accordo con il cambiamento, è già capitato. Serve comunque un sistema di controllo per difendere la buona cultura umanistica».
Percorso Quello umanistico è un piano di studi arduo, giusto che sia chiaro da subito
Filtro Non è detto che la prova d’ingresso sia il metodo più idoneo Si valuti ogni caso