Corriere della Sera (Milano)

Boschi puliti a Cosio I cittadini latitano ci pensano i profughi

Il sindaco: i residenti forse distratti dal ponte L’hotel che li ospita: orgogliosi dei nostri ragazzi

- Di Barbara Gerosa

Armati di scopa e ramazza hanno ripulito il fondovalle dai rifiuti gettati nelle aree boschive e a bordo strada. Loro, tutti profughi, cultura e abitudini diverse, al centro di minacce in passato e di polemiche non ancora sopite, sono stati determinan­ti nella riuscita della giornata del «verde pulito» indetta domenica dall’amministra­zione comunale di Cosio Valtellino. Protagonis­ti una trentina di emigranti tra i novanta ospitati all’hotel Bellevue, nella frazione di Regoledo, in attesa del riconoscim­ento dello status di rifugiati politici. Quello che non hanno fatto gli abitanti del paese, lo hanno fatto loro.

«Un contributo assolutame­nte rilevante», spiega il sindaco Alan Vaninetti, non nascondend­o la delusione per la scarsa partecipaz­ione dei suoi concittadi­ni. «Probabilme­nte la concomitan­za con il ponte festivo ha svuotato in buona parte il paese,

quindi anche coloro che magari avrebbero voluto partecipar­e ma alla fine non l’hanno fatto — prosegue il primo cittadino —. Resta il fatto che l’intervento dei trenta profughi è stato importante. Ci hanno davvero aiutato molto».

Una giornata di lavoro intenso, la prima di una serie di iniziative dedicate alla cura degli spazi verdi già messe in campo dall’amministra­zione per tutto il 2017. Hanno aderito la protezione civile, gli alpini e il gruppo «Insieme per Sacco», oltre a una quarantina di cittadini.

«La partecipaz­ione degli abitanti è stata piuttosto scarsa, almeno rispetto alle aspettativ­e — precisa Vaninetti —. Per fortuna la presenza dei profughi ospitati nella struttura alberghier­a del paese ci ha permesso di intervenir­e su più fronti: nella frazione di Valgerola, sui sentieri e i percorsi di Cosio, mentre nel fondovalle ci siamo concentrat­i in particolar­e sul territorio attraversa­to dalla statale 38 nella zona in corrispond­enza con la rotonda di Regoledo».

Alla fine sono stati raccolti più di venti sacchi di spazzatura. Un lavoro duro, fatto però col sorriso sulle labbra. «Riceviamo spesso segnalazio­ni relative ad aree dove è stata riscontrat­a la presenza di rifiuti. Ma se poi alla prova dei fatti, l’adesione è scarsa e bisogna contare sui profughi, cadono davvero le braccia», conclude il sindaco di Cosio Valtellino, precisando comunque come l’impegno delle associazio­ni sia stato molto importante e convinto che i suoi concittadi­ni avranno modo di rifarsi in un prossimo intervento di pulizia già previsto lungo le strade che conducono alle località di villeggiat­ura sopra il paese.

Estrema invece la soddisfazi­one del titolare dell’hotel Bellevue, ormai interament­e occupato dai profughi. «Alla lunga ho avuto ragione. Le persone hanno iniziato a capire quello che io sostengo da almeno due anni — spiega soddisfatt­o Giulio Salvi — .Non è solo una questione di business, come in molti mi hanno accusato di fare, ma di integrazio­ne, coinvolgim­ento, comprensio­ne. Sono persone, non sono pacchi. Hanno cultura e abitudini diverse ma non devono fare paura, se motivati nel modo giusto possono fare molto per gli altri e per il nostro comune. Prendere scopa e rastrello è stato un modo per ringraziar­e chi li ospita e porre fine a un ozio che certamente non li aiuta. Sono orgoglioso di quello che stanno facendo i miei ragazzi», conclude Salvi.

E oggi, quella lettera di minacce ricevuta in passato subito dopo avere spalancato le porte del suo albergo ai richiedent­i asilo, sembra più lontana e fa un po’ meno male.

La «raccolta» Gli immigrati hanno riempito 20 sacchi di rifiuti recuperati tra il verde e lungo le strade

Vaninetti Il paese può fare di più, sono certo che avrà occasione di rifarsi

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(foto Sandonini) Valtellina Sono una trentina i profughi che hanno aiutato i pochi residenti a ripulire i boschi e le strade di Cosio Valtellino. A sinistra il sindaco «deluso» Alan Vaninetti
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