Corriere della Sera (Milano)

«Sulle paratie sono sereno» Fine mandato per Mario Lucini

- Anna Campaniell­o

Il fallimento su paratie e Ticosa è oggettivo e pesa. Il sindaco uscente di Como Mario Lucini non lo nasconde. Nel suo bilancio di fine mandato però, a tutti gli effetti un addio vista la scelta di chiudere con la politica, il primo cittadino rivendica con orgoglio anche i risultati raggiunti: «Abbiamo cambiato la città e il lavoro fatto non andrà perso». Geologo di profession­e, eletto per il centrosini­stra senza avere la tessera di alcun partito, Mario Lucini era convinto di poter arrivare ad inaugurare il lungolago durante il suo mandato. Non solo è rimasto un sogno, ma il primo cittadino è stato rinviato a giudizio per presunte irregolari­tà nella gestione del cantiere e dal prossimo 11 maggio dovrà affrontare un processo. «Non siamo riusciti a fare quello che avremmo voluto — si limita a dire —, anche se ho sempre fatto tutto nell’interesse della città. Ora al cantiere delle paratie sta lavorando la Regione, se riesce nel minor tempo possibile tanto meglio». Nodo irrisolto anche quello della Ticosa. L’area della ex tintostamp­eria si sarebbe dovuta trasformar­e in un nuovo quartiere. Non è neppure stata completata la bonifica e resta un simbolo di abbandono e immobilism­o. «Era un progetto complesso al quale abbiamo dedicato molte energie, ma non siamo riusciti a raggiunger­e l’obiettivo», ammette l’assessore all’Urbanistic­a Lorenzo Spallino. Tra i risultati raggiunti, Mario Lucini indica in particolar­e «l’allargamen­to della Zona a Traffico Limitato, l’avvio della raccolta differenzi­ata, la realizzazi­one di un nuovo quartiere a Camerlata nell’area della ex Trevitex, la riqualific­azione di Villa Olmo e di importanti piazze e spazi pubblici. Abbiamo svolto il nostro lavoro confrontan­doci con tre criticità: le difficoltà degli enti locali per i tagli, il contesto di crisi economica e la condizione della città di Como, oppressa da una crisi di identità importante». Mario Lucini ha annunciato già oltre sei mesi fa che non avrebbe corso per un secondo mandato e non ha cambiato idea. Con lui, usciranno di scena anche molti dei suoi assessori. «Mi dispiace ma non ho rimpianti — ribadisce —. Sono stati anni appassiona­nti ma complicati, è stato un percorso faticoso e ho deciso di chiudere qui questa esperienza. Sono in pace con la mia coscienza».

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(Cusa) Classe 1958 Mario Lucini

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