Muri, lettere, foto: ecco lo studio d’artista
Capita spesso che gli artisti mettano al centro del proprio lavoro il loro stesso spazio creativo. È una riflessione autoreferenziale frequentata soprattutto nell’arte concettuale del Novecento, che affonda però le radici (con esiti certamente più apprezzabili) anche in epoche più remote. Nel Seicento, per esempio, l’olandese Vermeer, ha ritratto se stesso di spalle davanti al cavalletto, dentro la stanza dove dipingeva, battezzando poi la tela come «Allegoria della pittura». Così come conosciamo molti angoli degli studi di Chardin o di Giuseppe Maria Crespi. Allo stesso modo Christopher Williams, classe 1956, formatosi al California Institute of Arts sotto la guida di artisti concettuali come John Baldessari, Michael Asher e Morgan Fisher, presenta alla Triennale (v. le Alemagna 6, fino al 25 giugno, ore 10.3020.30, lun. chiuso, ingr. 6/4) la mostra «Models, open letters, prototypes, supplements», ultimo atto di una ricerca al cui centro Williams ha messo la propria pratica artistica e il suo stesso studio. In un essenziale labirinto architettonico, Williams chiede al pubblico di riflettere «sul nostro processo d’osservazione e sui legami politici e socio-economici tra fotografia e sistemi di produzione della nostra società tardo capitalista». Pur non essendo, dice, un fotografo, ha appeso a due muri diciannove scatti di immagini quotidiane (come una mela o un gallo) che dialogano a loro volta con i muri delle due stanze della Triennale in cui è allestita la mostra concepita così come un’unica scenografia. Nella seconda stanza, all’interno di dodici vetrine, sono invece disposti dei documenti che raccontano la storia delle sue precedenti mostre. Al posto dei comunicati stampa e delle interviste, Williams scrive testi destinati al pubblico in cui elenca meticolosamente metodi e materiali utilizzati: vernici, ore di lavoro, numero di persone coinvolte, procedure per l’imbiancatura. L’idea è quella della lettera aperta al suo pubblico che viene in questo modo coinvolto nei segreti dello studio. ( fr. bon.)