Vaccini, da settembre scatta l’obbligo nei nidi
La Regione: niente accredito alle strutture non in regola. Richieste 4 profilassi
Da settembre vaccino obbligatorio per i bambini al nido. A partire dal prossimo anno scolastico riceveranno il «marchio di qualità» della Regione solo le strutture che avranno tra i requisiti d’accesso per i piccoli l’avvenuta somministrazione delle quattro vaccinazioni obbligatorie. La data è stata fissata ieri in commissione Sanità. Il provvedimento, che riguarderà 60 mila bambini e 2.400 asili, mira a invertire la tendenza dei vaccini. I dati parlano di un calo di copertura dei minori. Cinquemila piccoli sono indifesi contro epatite B, polio, difterite e tetano. Continua intanto la trattativa tra Regione e medici di base per coinvolgere questi ultimi nel servizio di vaccinazione.
Da settembre 2017 tutti i bambini dovranno essere vaccinati per frequentare l’asilo nido in Lombardia. A partire dal prossimo anno scolastico riceveranno il «marchio di qualità» della Regione solo le strutture che avranno tra i requisiti d’accesso per i piccoli l’avvenuta somministrazione delle quattro vaccinazioni obbligatorie. Solo così potranno ottenere l’accreditamento per operare sotto il Pirellone. La data è stata fissata ieri in commissione Sanità e mette in pratica quanto stabilito dal consiglio regionale un mese fa. La mozione dell’«obbligo vaccini» per i bimbi, con primo firmatario il capogruppo di Lombardia Popolare Angelo Capelli, è stata votata dall’aula il 4 aprile scorso, spaccando la maggioranza di centrodestra sulla la libertà di scelta per i genitori a proposito della salute dei figli.
Il provvedimento riguarderà 2.400 asili nido, per un totale di 60 mila bambini. Ciascuno di loro prima di essere affidato alle cure delle maestre e giocare con i compagni dovrà ricevere l’antidifterica, l’antitetanica, l’antipoliomielite e l’antiepatite B. Tutte e quattro le dosi sono comprese nel vaccino esavalente che si somministra ai neonati al terzo mese, età in cui possono iniziare a frequentare i nidi. L’assessore al Welfare Giulio Gallera fa sapere che predisporrà a breve una delibera di giunta, in accordo con l’assessorato al Reddito di autonomia, per spiegare nel dettaglio come si concretizzerà la decisione. Probabilmente il documento arriverà per la fine di maggio. Sottolinea già da ora che concederà «un periodo di flessibilità di qualche mese alle famiglie per mettersi in regola».
Il provvedimento che rivoluzionerà l’accesso agli asili nido mira ad invertire la preoccupante tendenza delle vaccinazioni. In Lombardia si registra un calo anche per i sieri obbligatori. Ad oggi sono cinquemila i bambini che sono scoperti contro difterite, poliomielite, tetano ed epatite B, mentre in seimila non hanno ricevuto il trivalente (antimorbillo, antiparotite, antirosolia). I dati raccontano di coperture dell’esavalente che crollano dal 96 per cento per i nati nel 2012 al 93 per cento per quelli venuti al mondo nel 2013. Ancora più preoccupanti i numeri dei vaccini contro morbillo, parotite e rosolia. Solo il 90 per cento dei bimbi di quattro anni d’età sono immunizzati contro queste patologie. Il rischio è lo scatenarsi di malattie che si consideravano ormai praticamente scomparse. Minata anche l’«immunità di gregge», ovvero la percentuale di vaccinati necessaria a tutelare anche i soggetti che non possono assumere il siero.
Continua nel frattempo la corsa alle prenotazioni per l’antimeningococco in regime di copagamento, dopo i 18 casi di meningite in Lombardia. Sono più di 105 mila le richieste arrivate fino ad ora alle Ats (ex Asl), di cui 33 mila in quella di Milano, mentre sono state già eseguite 26 mila prestazioni. Per far fronte alle esigenze dei pazienti la Regione ha avviato un tavolo di discussione con i sindacati, con l’obiettivo di coinvolgere anche i medici di base e i pediatri nelle vaccinazioni. Dal Pirellone sono stati accolti i suggerimenti sulla modalità di gestione del servizio, ma rimane un nodo da sciogliere. Le associazioni di categoria chiedono di corrispondere 20 euro a prestazione ai dottori, contro i 10 che la Regione è disposta a erogare. «Se entro lunedì prossimo non ci sarà un’adesione unitaria delle sigle — fa sapere Gallera — sarà data al singolo medico o pediatra la possibilità di farlo autonomamente». Nel caso in cui i candidati fossero troppo pochi rispetto alle richieste dei cittadini, «entro il mese di giugno aumenteremo gli ambulatori dedicati alle somministrazioni».