Abbandona i figli in asilo e metrò Poi se ne pente
La polizia scopre che prima aveva lasciato solo il fratellino di tre anni e mezzo: arrestata
Il filmato delle telecamere del metrò riprende tutto. La giovane mamma aspetta che tutti salgano sul treno, deposita un fagottino sotto i seggiolini e sale per ultima. Sarà un maresciallo a trovare il neonato. Pentita, la donna è poi tornata sui suoi passi ed è stata arrestata. Prima, ha scoperto la polizia, aveva lasciato anche l’altro figlio di tre anni e mezzo. È piantonata in ospedale.
Il filmato delle telecamere del metrò riprende questa mamma di nazionalità senegalese, 29 anni, che attende l’arrivo del treno, lascia sfilare i numerosi passeggeri che prendono posto, accelera il passo in direzione dei seggiolini, deposita un fagotto e quasi correndo entra per ultima nel convoglio in partenza. Quel fagotto è un bimbo nato lo scorso febbraio. Ha due mesi e mezzo.
Erano le otto di ieri mattina nella stazione di Repubblica. A quell’ora suo fratello maggiore, di tre anni e mezzo, era già stato abbandonato davanti alla scuola materna di Cormano dove la donna vive col marito, un connazionale che fatica come operaio in una ditta di import-export, regolarissimo con i documenti. La scuola materna era ancora chiusa: la mamma aveva buttato il proprio cellulare oltre il cancello e il figlio — un miracolo che sia stato fermo senza andare in strada, fino all’arrivo delle maestre per l’apertura dell’istituto — cercava poverino d’allungarsi tra le sbarre per recuperare quel telefonino, che lo «univa» alla madre in fuga. In fuga perché s’era messa a vagare per Milano.
Questa è una storia di disperazione ma anche di ottimi investigatori e di scelte sagge dei magistrati, «dentro» la realtà, le situazioni, i casi specifici. Sulla banchina, pochi minuti dopo — gli investigatori escludono un’indifferenza dei milanesi che non avrebbero «voluto» vedere quel piccolo — un 17enne e un finanziere hanno notato il fagotto e il secondo ha chiesto aiuto alla polizia. Gli agenti della Polmetro, che fanno capo all’Ufficio di prevenzione generale diretto da Maria José Falcicchia, hanno subito avviato gli accertamenti. Sono risaliti al padre, l’hanno contattato e lui ha riferito, per cominciare, che la moglie era uscita di casa insieme all’altro figlio. Alle 6.50 una telecamera di Cormano aveva ripreso, su una panchina, la mamma e i due piccoli. L’uomo ha mollato il lavoro e ha cominciato a telefonare ovunque, conoscenti e amici di famiglia. Nessuno aveva notizie della donna. La quale però, intorno alle 8.30, in stazione Centrale, ha chiesto aiuto a un passante che gli ha prestato il cellulare per una chiamata. Ha telefonato al marito, gli ha spiegato tutto e l’ha ascoltato in lacrime pregarla di tornare indietro sulla banchina. Quand’è arrivata, c’erano già le forze all’ordine: il piccolo, trasportato alla clinica De Marchi, è in ottime condizioni. Gira una foto: un agente della Polmetro che lo coccola e lo nutre con un biberon di latte artificiale. Anche il primogenito non ha riportato nessuna conseguenza; nel pomeriggio, nelle stanze della Questura giocava e correva teneramente vigilato da giovani e anziani sbirri.
Saranno le visite psichiatriche a chiarire i motivi del doppio gesto. Già nei giorni scorsi, ha raccontato il marito, la 29enne era parsa «spaesata». Aveva accompagnato il figlioletto alla materna senza le scarpe. Ieri voleva uccidere i bimbi? Allora, forse, avrebbe potuto lanciarlo il più piccolo sui binari... O piuttosto è stata colpita di una forma depressiva dopo il parto? Sono tutte domande che nei loro colloqui, Falcicchia e il procuratore dei Minori Ciro Cascone hanno cercato di approfondire
Stazione Repubblica Il piccolo salvo grazie a un maresciallo La donna potrebbe soffrire di depressione
mentre il tempo scorreva e bisognava trovare una soluzione. Una soluzione che tenesse ovviamente conto dei reati — è stata arrestata — ma allo stesso tempo delle priorità dei bimbi. È stato deciso di metterla ai domiciliari e grazie all’attivismo e alla sensibilità di un dottore, la 29enne è piantonata al Fatebenefratelli, dove potrà allattare il bimbo di due mesi e mezzo. Più avanti si vedrà, in attesa degli sviluppi giudiziari. Per adesso i piccoli sono al sicuro. E anche la mamma.