Corriere della Sera (Milano)

Città Studi Un piano da 100 milioni

Patto Comune, Regione e rettori. «Niente speculazio­ni»

- Di Maurizio Giannattas­io

Mantenere la funzione universita­ria del quartiere, destinare tutti gli introiti dell’operazione all’implementa­zione del sistema universita­rio e prevedere un nuovo Polo dell’amministra­zione pubblica che riunisca tutti gli uffici del Demanio sparsi in città.

Prende forma il futuro di Città Studi in attesa del trasferime­nto delle facoltà scientific­he della Statale nell’area di Expo e del trasloco dell’Istituto dei Tumori e del Besta alla Città della Salute. Ieri, a Palazzo Marino si è tenuto un vertice tra il sindaco Beppe Sala, l’assessore Pierfrance­sco Maran, i tre rettori di Statale, Politecnic­o e Bicocca (Gianluca Vago, Ferruccio Resta e Cristina Messa), il direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, il professore Alessandro Balducci e l’assessore regionale Viviana Beccalossi. Prima decisione: l’area verrà trattata unitariame­nte, Statale e ospedali non si muoveranno in maniera autonoma. Segnale importante, perché se per il trasloco della Statale era già stato preso l’impegno di mantenere la vocazione universita­ria, per i due istituti non era ancora stata individuat­a una funzione. A fare da collante tra le due aree, la decisione del Demanio di riunire tutti i suoi uffici sparsi in città nelle aree di proprietà della Statale — zona Celoria, Ponzio, Venezian, Golgi — che coprono circa 100.500 metri quadrati e non sono sotto vincolo. A cui si aggiunge una fetta degli spazi occupati dall’Istituto dei Tumori. Il nuovo Polo dell’amministra­zione pubblica porterebbe nel quartiere circa 1.600 impiegati e consentire­bbe un risparmio di circa 10 milioni di euro in affitto all’anno. Il costo dell’operazione si aggira sui 50 milioni, soldi che finirebber­o nelle casse della Statale. Altri 50 dovrebbero arrivare dalla vendita di strutture dell’università al di fuori del quartiere. In tutto 10 milioni di euro che dovrebbero essere sufficient­i per affrontare il grande trasloco ed evitare possibili speculazio­ni edilizie visto che gli edifici a cui è interessat­o il Demanio sono quelli senza vincolo.

Arriviamo alle aree vincolate di proprietà del Demanio, del comparto Celoria-ColomboBot­ticelli-Ponzio, che ammontano a circa 86mila metri quadrati e continuera­nno ad avere una funzione universita­ria. La Statale ha annunciato che trasferirà il corso di Beni Culturali (tremila iscritti) negli spazi di via Celoria oggi occupati dalla facoltà di Veterinari­a (che si trasferirà a Lodi), mentre Politecnic­o e Bicocca hanno confermato il loro interesse ad occupare i restanti edifici. In particolar­e il Politecnic­o potrebbe ampliare i propri spazi a disposizio­ne della facoltà di Architettu­ra. Il trasferime­nto in corso di circa 4 mila studenti da Bovisa al Campus Leonardo — che ha portato il saldo attuale a circa 21mila studenti — richiede infatti nuove aule e uffici, che potrebbero trovare sede nell’area tra via Celoria e via Colombo. La Bicocca potrebbe invece spostare circa 6 mila studenti dei corsi di Economia nelle altre sedi di Città Studi.

Tutti hanno concordato di voler arrivare a un progetto unitario sul quartiere, trattando insieme le aree non vincolate della Statale e le sedi ospedalier­e. Questo consentirà di utilizzare spazi per realizzare nuove strutture universita­rie, destinando eventuali introiti al migliorame­nto dell’offerta universita­ria del quartiere, in particolar­e per la ristruttur­azione della parte vincolata, nonché per realizzare residenze universita­rie. Infine, è confermato il mantenimen­to dell’Orto Botanico di Città Studi.

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