Città Studi Un piano da 100 milioni
Patto Comune, Regione e rettori. «Niente speculazioni»
Mantenere la funzione universitaria del quartiere, destinare tutti gli introiti dell’operazione all’implementazione del sistema universitario e prevedere un nuovo Polo dell’amministrazione pubblica che riunisca tutti gli uffici del Demanio sparsi in città.
Prende forma il futuro di Città Studi in attesa del trasferimento delle facoltà scientifiche della Statale nell’area di Expo e del trasloco dell’Istituto dei Tumori e del Besta alla Città della Salute. Ieri, a Palazzo Marino si è tenuto un vertice tra il sindaco Beppe Sala, l’assessore Pierfrancesco Maran, i tre rettori di Statale, Politecnico e Bicocca (Gianluca Vago, Ferruccio Resta e Cristina Messa), il direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, il professore Alessandro Balducci e l’assessore regionale Viviana Beccalossi. Prima decisione: l’area verrà trattata unitariamente, Statale e ospedali non si muoveranno in maniera autonoma. Segnale importante, perché se per il trasloco della Statale era già stato preso l’impegno di mantenere la vocazione universitaria, per i due istituti non era ancora stata individuata una funzione. A fare da collante tra le due aree, la decisione del Demanio di riunire tutti i suoi uffici sparsi in città nelle aree di proprietà della Statale — zona Celoria, Ponzio, Venezian, Golgi — che coprono circa 100.500 metri quadrati e non sono sotto vincolo. A cui si aggiunge una fetta degli spazi occupati dall’Istituto dei Tumori. Il nuovo Polo dell’amministrazione pubblica porterebbe nel quartiere circa 1.600 impiegati e consentirebbe un risparmio di circa 10 milioni di euro in affitto all’anno. Il costo dell’operazione si aggira sui 50 milioni, soldi che finirebbero nelle casse della Statale. Altri 50 dovrebbero arrivare dalla vendita di strutture dell’università al di fuori del quartiere. In tutto 10 milioni di euro che dovrebbero essere sufficienti per affrontare il grande trasloco ed evitare possibili speculazioni edilizie visto che gli edifici a cui è interessato il Demanio sono quelli senza vincolo.
Arriviamo alle aree vincolate di proprietà del Demanio, del comparto Celoria-ColomboBotticelli-Ponzio, che ammontano a circa 86mila metri quadrati e continueranno ad avere una funzione universitaria. La Statale ha annunciato che trasferirà il corso di Beni Culturali (tremila iscritti) negli spazi di via Celoria oggi occupati dalla facoltà di Veterinaria (che si trasferirà a Lodi), mentre Politecnico e Bicocca hanno confermato il loro interesse ad occupare i restanti edifici. In particolare il Politecnico potrebbe ampliare i propri spazi a disposizione della facoltà di Architettura. Il trasferimento in corso di circa 4 mila studenti da Bovisa al Campus Leonardo — che ha portato il saldo attuale a circa 21mila studenti — richiede infatti nuove aule e uffici, che potrebbero trovare sede nell’area tra via Celoria e via Colombo. La Bicocca potrebbe invece spostare circa 6 mila studenti dei corsi di Economia nelle altre sedi di Città Studi.
Tutti hanno concordato di voler arrivare a un progetto unitario sul quartiere, trattando insieme le aree non vincolate della Statale e le sedi ospedaliere. Questo consentirà di utilizzare spazi per realizzare nuove strutture universitarie, destinando eventuali introiti al miglioramento dell’offerta universitaria del quartiere, in particolare per la ristrutturazione della parte vincolata, nonché per realizzare residenze universitarie. Infine, è confermato il mantenimento dell’Orto Botanico di Città Studi.