Corriere della Sera (Milano)

Juventus vietata Rivolta in carcere

- Di R. Rotondo

Hanno già perso la libertà, hanno sbagliato, stanno pagando il loro debito con la società: ma saltare anche la partita di calcio è una pena accessoria che ai detenuti di Varese è parsa eccessiva. Martedì sera la Juventus ha acceso gli animi nel carcere cittadino. Ma il tifo calcistico non c’entra nulla. I detenuti, tra le 21 e le 22 di martedì, hanno inscenato una protesta rumorosa una volta appreso che la partita di calcio non sarebbe stata visibile. Hanno sbattuto pentole e gavette contro le sbarre e hanno urlato il loro disappunto: vociare e rumori metallici che sono stati uditi distintame­nte anche al di fuori della struttura, in particolar­e dagli inquilini dei palazzi della zona Brunella, a pochi passi dal centro storico. La protesta è iniziata poco dopo l’inizio della partita di calcio Juventus Monaco, semifinale di Champions League, trasmessa in diretta da Canale 5. I detenuti lamentano, da alcuni giorni, la mancanza nelle tv interne dei canali delle emittenti private mentre si vedono solo i canali della Rai. Un guasto tecnico causato dall’antenna danneggiat­a da infiltrazi­oni piovane. L’acqua interferis­ce con la centralina del digitale terrestre e i televisori nelle celle ricevono solo pochi canali. La visione di Juve-Monaco era molto attesa dai detenuti e da tempo che non si verificava­no proteste del genere. Il disagio è stato vissuto dai detenuti come un’ingiustizi­a, anche in virtù del fatto che lo scorso anno venne in città il sottosegre­tario alla giustizia Gennaro Migliore, insieme al direttore del Dap Santi Consoli, durante la campagna elettorale per le elezioni comunali. Durante la visita politici e tecnici presenti promisero che sarebbero state investite migliaia di euro per la ristruttur­azione del vecchio e fatiscente carcere dei Miogni. Alcune migliorie sono state apportate, ma qualche problema ancora permane.

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