MA MOLTI BIG DISERTANO LA SFILATA DEI PILOTI
Sfilata dei piloti da Gran Premio nel cuore di Milano. L’idea? Graditissima dagli appassionati perché le occasioni di vedere da vicino le star della Formula 1 sono più rare di una nevicata in città. Peccato che Sebastian Vettel, Lewis Hamilton, Max Verstappen, Daniel Ricciardo, Felipe Massa e Fernando Alonso abbiano marcato visita. Assenti. Giustificati, ovviamente, dalle rispettive squadre: altri eventi, altri impegni, figuriamoci. Il fatto è che Vettel — quattro titoli mondiali — è in testa al campionato con la Ferrari. Un leader riconoscibile, riconosciuto ma irreperibile per chi si è fiondato dalle parti del Castello con la certezza di dargli una occhiata, finalmente, senza il filtro della tv. Hamilton? Un vero personaggio amatissimo, odiatissimo, soprattutto da chi era pronto ad applaudirlo a distanza di metri tre, tanti quanti i titoli vinti dall’inglese. Sebastian e Lewis, così come Verstappen, il giovane più travolgente di questa epoca, come Ricciardo, australiano tutto simpatia, come Massa, brasiliano dal passato ferrarista, sono i volti più popolari di uno sport animato da ragazzi piuttosto anonimi. Jolyon Palmer o Romain Grosjean; Kevin Magnussen o Daniil Kvyat, con tutto il rispetto, potrebbero circolare in metropolitana per ore indisturbati. Insomma, «per tirar su la media» come si dice a Milano, si è sacrificato Kimi Raikkonen. Bravo. Autorizzato a parlare dell’«amore per i tifosi», della nuova Formula 1, più umana e spettacolare, a differenza di chi ha ben altro da fare.