«Piano caserme anche a Milano»
Majorino: tanti spazi vuoti negli edifici militari. Montello esperienza positiva
A Roma sei caserme, a Milano l’incombenza di dover liberare la Montello entro fine anno per permettere la nascita della cittadella della polizia. Un paradosso, perché Palazzo Marino reclama da anni la possibilità di utilizzare gli edifici militari abbandonati.
A Roma sei caserme, a Milano l’incombenza di dover liberare la Montello entro fine anno per permettere la nascita della cittadella della polizia. «Realizzare lì il quartier generale della sicurezza è giustissimo: il progetto va portato avanti a tutti i costi », garantisce l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino. Però qualcosa non torna. Palazzo Marino reclama da anni, inascoltato, la possibilità di utilizzare gli edifici militari abbandonati, mentre nella Capitale basta un vertice informale tra il sindaco e il ministro dell’Interno Minniti per destinare sei spazi all’emergenza casa. Una situazione al limite del paradosso. «Nessuna invidia né competizione. Lì c’è evidentemente una situazione più grave. Il ministro dovrebbe però pensare a un piano nazionale e non solo a tamponare l’emergenza romana». Un’avvertenza, però: «Stiamo molto attenti a non mettere in competizione le caserme con le case popolari. La vicenda, vista da qui, mi induce a suggerire ai colleghi romani di preoccuparsi innanzitutto di recuperare il patrimonio di edilizia pubblica. Poi delle soluzioni extra».
Milano vorrebbe avere a diposizione le caserme dismesse, ma non solo per i richiedenti asilo o per i migranti. «La nostra idea è quella di utilizzare queste strutture anche per i senzatetto, per l’emarginazione sociale, per chi ha perso la casa e per chi in strada ci vive da sempre». L’assioma è semplice: tanti spazi vuoti a fronte di troppi che non hanno un tetto. Caserme a uso sociale, allora. Già, ma dove? «Spazi ce ne sono. L’ospedale militare di Baggio ha una parte vuota che potrebbe essere destinata a questi interventi. Ma esisterebbero altre aree militari dismesse, in viale Suzzani, per esempio, o in zona Rubattino». Non solo caserme, comunque. L’assessore di Palazzo Marino vorrebbe poter destinare alle emergenze sociali anche i beni confiscati alla mafia e su questo ha annunciato battaglia. Intanto però c’è da sgomberare la Montello. Un bilancio? «Esperienza assolutamente positiva. Un anno fa c’era chi aizzava la gente promettendo degrado e criminalità. Nel quartiere non s’è visto niente di tutto questo, anzi». Dove finiranno i 330 profughi ospitati lì?. «Devono essere presi in carico dai Comuni dell’area metropolitana», ribatte Majorino. Milano il suo l’ha già fatto, insomma, ora tocca alle altre amministrazioni che hanno firmato il protocollo con la prefettura.
Dal centrodestra piovono però critiche e accuse: «È inutile invocare nuovi spazi, quando l’obiettivo dovrebbe essere solo quello di risolvere il problema delle occupazioni abusive», attacca Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), mentre secondo Alessandro De Chirico (Forza Italia) «la proposta di assegnare stabili pubblici ai profughi grida vendetta». «Prima dei clandestini, bisogna offrire soluzioni dignitose a tutti gli italiani in difficoltà».