«Igor il russo nascosto alla piscina Argelati» Ma era solo un falso allarme
«Rifugio del killer» I reparti speciali passano al setaccio la struttura deserta dopo la segnalazione È un falso allarme
La segnalazione sembrava buona. Il rapinatore conosciuto come «Igor il russo» (anche se in realtà è serbo), ricercato per due omicidi tra Bologna e Ferrara e latitante dallo scorso aprile, avrebbe trovato rifugio in uno scantinato della piscina «Argelati». In azione i reparti speciali della polizia. Il blitz, ieri mattina, ha accertato il «falso allarme».
Piscina chiusa. Vasca già mezza vuota. Tutto fermo dal 28 agosto. Sbarrata da otto giorni l’alta cancellata celeste che s’affaccia su via Segantini. I primi poliziotti che entrano, nella tarda mattinata di ieri, imbracciano i mitra; indossano caschi e giubbotti antiproiettile: uomini delle «Uopi», i reparti speciali della polizia in città da fine 2015, dopo l’attentato al teatro Bataclan di Parigi. Li seguono gli agenti delle Volanti, almeno 7-8 equipaggi. E poi i funzionari della Squadra mobile che coordinano l’intervento. Altri investigatori in borghese, con gli scooter, pattugliano il quadrante tra Naviglio grande e Pavese. La segnalazione sembrava buona. Affidabile. Igor «il russo», che in realtà è il latitante serbo Norbert Feher, in fuga dall’aprile scorso dopo due omicidi tra le province di Bologna e Ferrara, avrebbe trovato un rifugio precario e temporaneo in uno scantinato della piscina «Argelati».
Il blitz è rapido, programmato nei dettagli, intenso, anche piuttosto scenografico. L’uomo in fuga ha già sparato e ucciso. Bastano però pochi minuti per rendersi conto che quei magazzini e scantinati, locali di servizio della piscina, sono in realtà deserti. O meglio, è probabile che nella scorsa settimana qualcuno ci abbia passato la notte, ma non c’è nulla che faccia pensare che fosse davvero Norbert Feher. A metà pomeriggio la vicenda viene declassata a «falso allarme», anche perché è piuttosto improbabile che il latitante si trovi ancora in Italia (a luglio scorso era stato segnalato anche in Brasile). La polizia scientifica, terminato il blitz, ha comunque lavorato a lungo in quei locali per raccogliere e catalogare eventuali tracce. La mattinata di «caccia a Igor» s’è chiusa anche come una sorta di esercitazione, in cui la questura ha verificato i meccanismi di coordinamento, trasmissione delle informazioni e circolazione delle immagini in condizione di stress del sistema.