Corriere della Sera (Milano)

Tra i boschi finlandesi con le note di Sibelius

Il direttore finlandese porta a MiTo l’Orchestra di Santa Cecilia per un viaggio ghiacciato da Sibelius al contempora­neo Rautavaara

- di Enrico Parola

«Non so perché a quattro anni iniziai a chiedere di suonare il violino: in famiglia nessuno era musicista o ascoltava musica; ma seppur confusa doveva essere una ragione profonda, altrimenti non avrei insistito per un anno intero: all’inizio papà non voleva, pensava che il giorno dopo avrei chiesto di fare il pompiere e il giorno dopo ancora l’astronauta, ma poi cedette». Fu così che Mikko Franck imboccò la via della musica. Un sentiero che l’ha poi portato sul podio e ora a Roma, dove è stato nominato direttore principale ospite dell’Accademia di Santa Cecilia: è la prima volta che l’orchestra romana, con cui è ospite stasera al festival MiTo, affida a qualcuno questa carica. «Un onore ovviamente, ci siamo incontrati due anni fa ed è scattata subito un’alchimia speciale: ha un suono chiaro, preciso, traspira l’orgoglio dei professori che sanno di far parte di una grande formazione», spiega il 38enne finlandese. «Ma non mi chieda perché ho iniziato a dirigere, non le saprei rispondere neppure su questo. So che a cinque anni, avevo appena preso il violino, già ci pensavo: appena imparai a leggere le note iniziai a comprare le partiture orchestral­i, furono i miei libri d’avventura».

A 16 anni incontrò il grande didatta Jorma Panula: «Fu allora che abbandonai il violino, sempliceme­nte perché studiavo di più direzione e non avevo tempo per esercitarm­i». Il programma che dirige a MiTo s’intitola «Nord» e declina il tema generale del festival, la Natura, accostando alla quinta sinfonia di Ciajkovski­j i compatriot­i Sibelius e Rautavaara: «Laghi, boschi, spazi infiniti: noi finlandesi ci siamo immersi e anche la musica non può non esserne influenzat­a, ma entrambi ci ricordano anche il lato duro, talvolta violento

Paesaggi sonori «Laghi, boschi, spazi infiniti: noi ci siamo immersi e la musica ne è influenzat­a»

della natura finlandese, che non è solo panorama idillico ma inverno freddo, buio e lungo». «Towards the Horizon» titola il concerto per violoncell­o del contempora­neo Rautavaara, mentre Sibelius è presente con il manifesto nazionale del Paese, «Finlandia»: «L’ho diretto molte volte, c’è chi lo vorrebbe addirittur­a come inno nazionale perché rifletteva l’anelito indipenden­tista del popolo, ma proprio per questo all’inizio fu censurato». Sibelius lo scrisse nel 1899, l’indipenden­za arrivò nel 1917: «Siamo una nazione giovane, infatti ciò che mi ha soggiogato venendo a Roma è la storia millenaria che vi si respira e ammira; se devo immergermi nella natura faccio come quest’estate — cinque settimane da camperista nel Sud del Paese — ma se voglio godere dell’arte, dei monumenti e della storia l’Italia è il posto ideale». L’ideale nella musica è invece «il comunicare emozioni, stimolare lo spirito: la musica crea uno spazio e un tempo speciali attorno all’ascoltator­e, è lì che possono emergere o chiarirsi tante idee e sensazioni che nella frenesia della quotidiani­tà tacciono o rimangono un confuso sussurro».

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Entusiasta Mikko Franck, finlandese, 38 anni, è direttore principale ospite dell’Accademia di Santa Cecilia

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