Cronometro in Consiglio contro l’ostruzionismo Pressing pd, no della Lega
Revisione del regolamento: tetto di ore per gli interventi
«M ai più Darsena». Sedici sedute del Consiglio comunale per approvare il nuovo regolamento della Darsena. Troppe per la maggioranza che ha deciso di mettere un freno all’ostruzionismo. Era stato lo stesso sindaco Beppe Sala, nel suo discorso d’insediamento, a chiedere di rivedere il regolamento dei lavori dell’aula in senso anti-ostruzionistico. Ora il Pd fa sul serio, provocando una serie di mal di pancia nella minoranza. La delibera che contingenterà i tempi delle delibere arriverà in aula entro la fine di settembre. Già settimana prossima verrà convocata una riunione dei capigruppo per mettere a punto il testo finale. La «riforma» ha il suo core business nella revisione dell’articolo 12: «Spettano alla conferenza dei presidenti dei gruppi consigliari le decisioni, da assumersi con la maggioranza dei due terzi dei componenti assegnati al consiglio, sulla programmazione, i tempi di discussione e votazione della proposta deliberativa, (...) la calendarizzazione, l’organizzazione e lo svolgimento dei lavori del Consiglio, al fine di assicurare efficienza, celerità e funzionalità dei lavori». In altre parole, per ogni delibera da discutere si decideranno le ore o le sedute da dedicare. Oltre quel limite, gli emendamenti «eccedenti» non verranno discussi, ma saranno semplicemente votati. Per riequilibrare la situazione a favore dell’opposizione, ogni decisione sul contingentamento dovrà avere il parere favorevole dei due terzi dell’aula. Ossia, la maggioranza dovrà fare sponda con almeno uno dei partiti di minoranza per ottenere il via libera al contingentamento.
«Il nostro fine — attacca il capogruppo del Pd, Filippo Barberis — è adeguare i tempi del consiglio a quelli della città, mantenendo un equilibrio tra le prerogative della maggioranza e dell’opposizione. Le opposizioni hanno il diritto di contrastare ma non di impedire l’approvazione con il filibustering all’infinito. Dall’altro lato, alla minoranza vengono riconosciuti poteri come quello di avere risposte immediate alle interrogazioni». Ma non è così semplice. La Lega è pronta a fare ostruzionismo alla delibera contro l’ostruzionismo: «Questa maggioranza ha la malattia dell’anti-democrazia — attacca il capogruppo, Alessandro Morelli —. Sono sbalordito che consiglieri di una certa esperienza come Monguzzi o Marcora vogliano escludere dal dibattito il consiglio o possano pensare di ridurre il Consiglio a passacarte della giunta. Ci opporremo». «È la visione padronale di Sala — dice il consigliere di FI, Fabrizio De Pasquale —. Se la sinistra vuole limitare l’ostruzionismo deve concedere alla minoranza di fare piu controlli». Resta la porta semi-aperta di Milano Popolare. D’altra parte era stato lo stesso Stefano Parisi a inserire nel suo programma da sindaco la lotta all’ostruzionismo. Matteo Forte, il più possibilista, aveva anche presentato una controproposta: concedere una deroga a ogni gruppo da utilizzare nei cinque anni per condurre la propria battaglia in libertà. Ma dopo la denuncia del Pd per diffamazione per i presunti rapporti tra i dem e l’Islam radicale, è secco: «Non mi siedo a discutere di regole».