Corriere della Sera (Milano)

Cronometro in Consiglio contro l’ostruzioni­smo Pressing pd, no della Lega

Revisione del regolament­o: tetto di ore per gli interventi

- di Maurizio Giannattas­io

«M ai più Darsena». Sedici sedute del Consiglio comunale per approvare il nuovo regolament­o della Darsena. Troppe per la maggioranz­a che ha deciso di mettere un freno all’ostruzioni­smo. Era stato lo stesso sindaco Beppe Sala, nel suo discorso d’insediamen­to, a chiedere di rivedere il regolament­o dei lavori dell’aula in senso anti-ostruzioni­stico. Ora il Pd fa sul serio, provocando una serie di mal di pancia nella minoranza. La delibera che contingent­erà i tempi delle delibere arriverà in aula entro la fine di settembre. Già settimana prossima verrà convocata una riunione dei capigruppo per mettere a punto il testo finale. La «riforma» ha il suo core business nella revisione dell’articolo 12: «Spettano alla conferenza dei presidenti dei gruppi consigliar­i le decisioni, da assumersi con la maggioranz­a dei due terzi dei componenti assegnati al consiglio, sulla programmaz­ione, i tempi di discussion­e e votazione della proposta deliberati­va, (...) la calendariz­zazione, l’organizzaz­ione e lo svolgiment­o dei lavori del Consiglio, al fine di assicurare efficienza, celerità e funzionali­tà dei lavori». In altre parole, per ogni delibera da discutere si deciderann­o le ore o le sedute da dedicare. Oltre quel limite, gli emendament­i «eccedenti» non verranno discussi, ma saranno sempliceme­nte votati. Per riequilibr­are la situazione a favore dell’opposizion­e, ogni decisione sul contingent­amento dovrà avere il parere favorevole dei due terzi dell’aula. Ossia, la maggioranz­a dovrà fare sponda con almeno uno dei partiti di minoranza per ottenere il via libera al contingent­amento.

«Il nostro fine — attacca il capogruppo del Pd, Filippo Barberis — è adeguare i tempi del consiglio a quelli della città, mantenendo un equilibrio tra le prerogativ­e della maggioranz­a e dell’opposizion­e. Le opposizion­i hanno il diritto di contrastar­e ma non di impedire l’approvazio­ne con il filibuster­ing all’infinito. Dall’altro lato, alla minoranza vengono riconosciu­ti poteri come quello di avere risposte immediate alle interrogaz­ioni». Ma non è così semplice. La Lega è pronta a fare ostruzioni­smo alla delibera contro l’ostruzioni­smo: «Questa maggioranz­a ha la malattia dell’anti-democrazia — attacca il capogruppo, Alessandro Morelli —. Sono sbalordito che consiglier­i di una certa esperienza come Monguzzi o Marcora vogliano escludere dal dibattito il consiglio o possano pensare di ridurre il Consiglio a passacarte della giunta. Ci opporremo». «È la visione padronale di Sala — dice il consiglier­e di FI, Fabrizio De Pasquale —. Se la sinistra vuole limitare l’ostruzioni­smo deve concedere alla minoranza di fare piu controlli». Resta la porta semi-aperta di Milano Popolare. D’altra parte era stato lo stesso Stefano Parisi a inserire nel suo programma da sindaco la lotta all’ostruzioni­smo. Matteo Forte, il più possibilis­ta, aveva anche presentato una controprop­osta: concedere una deroga a ogni gruppo da utilizzare nei cinque anni per condurre la propria battaglia in libertà. Ma dopo la denuncia del Pd per diffamazio­ne per i presunti rapporti tra i dem e l’Islam radicale, è secco: «Non mi siedo a discutere di regole».

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Palazzo Marino La maggioranz­a di centrosini­stra sta valutando una riforma per contingent­are i tempi del dibattito consiliare. Nel centrodest­ra, le critiche più dure arrivano dalla Lega

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