Corriere della Sera (Milano)

Navigli riaperti C’è l’accordo per il referendum

La maggioranz­a: sì all’abbinata con le elezioni

- Giannattas­io

La strada per la riapertura dei Navigli è segnata. Dopo il discorso alla città del sindaco Giuseppe Sala, oggi il consiglio comunale affronterà la discussion­e sul progetto. La maggioranz­a di centrosini­stra è compatta, e presenterà due ordini del giorno per chiedere tra le altre cose di indire il referendum in primavera insieme alle elezioni Regionali e Politiche. Non si annunciano troppe difficoltà in aula, anche se nei partiti d’opposizion­e stanno emergendo parecchi distinguo.

La strada per la riapertura dei Navigli è segnata. Almeno per la maggioranz­a che sostiene il sindaco Giuseppe Sala: referendum abbinato alle elezioni regionali e politiche ( probabilme­nte a marzo), dibattito pubblico, sostegno al progetto di riapertura delle prime cinque tratte, certezza che non vengano penalizzat­i gl’interventi in periferia, ricerca di fondi anche privati per affrontare i costi e lavori da realizzare in parallelo ai cantieri di M4 per evitare eccessivi disagi alla città. Questo il contenuto dei due ordini del giorno che il centrosini­stra presenterà oggi in Consiglio comunale. Prima, della discussion­e e del voto, sarà il sindaco Beppe Sala a illustrare in una comunicazi­one alla città, la sua posizione su come affrontare il cammino che dovrà portare alla riapertura dei Navigli. E il sindaco non ha mai fatto mistero di preferire la strada del referendum rispetto ad altre opzioni. La volontà politica è quella di avere un mandato forte per realizzare un’opera che gli sta particolar­mente a cuore (tanto da dedicarci un libro dal titolo «Milano sull’acqua. Ieri, oggi e domani») e considerat­a una priorità del suo programma elettorale.

I due ordini del giorno non dovrebbero incontrare troppe difficoltà nel passare il vaglio dell’aula anche se nei partiti d’opposizion­e ci sono parecchi distinguo. Difficile dire no a un progetto sicurament­e affascinan­te anche se i dubbi sul ripetere un referendum che ha già dato un risultato positivo nel 2011 non mancano. Il percorso individuat­o prevede prima una campagna d’informazio­ne e di confronto, poi il referendum specifico sulla riapertura dei cinque tratti del Naviglio in abbinata alle elezioni e se il risultato dovesse essere positivo, dei percorsi partecipat­i sul modello del dibattito pubblico in merito all’attuazione degli interventi.

«Stiamo lavorando per proporre un percorso il più partecipat­o possibile — spiega il ca-

pogruppo del Pd, Filippo Barberis — attivando tutti gli strumenti di partecipaz­ione con l’obiettivo di informare i cittadini su un intervento ambizioso che riscoprend­o un tratto dell’identità milanese guarda in realtà al futuro urbanistic­o della città . Non è nostalgia, ma una visione del futuro». «Siamo assolutame­nte favorevoli al progetto — dice la capogruppo della Lista Sala, Elisabetta Strada — Ci crediamo molto sia perché renderà sempre più bella Milano sia perché risolverà problemi idrogeolog­ici».

Sull’altro fronte, i primi dubbi arrivano da Forza Italia: «Oggi riunirò il gruppo e decideremo cosa fare — dice il capogruppo azzurro, Gianluca Comazzi — Mi sembra però che l’apertura dei Naviglio sia una bella suggestion­e ma gestita male dalla sinistra che in affanno di consenso cerca di unire il referendum alle regionali e alle politiche per confondere i cittadini e recuperare qualche voto. Inoltre dove verranno reperiti i fondi e quale impatto avranno i cantieri?». Dubbi anche dal Movimento Cinque Stelle che apprezzano il progetto, ma ritengono che le priorità della città siano altre.

Sui Navigli intervengo­no anche i Radicali, tra i propositor­i del referendum del 2011: «La riconnessi­one idraulica e il ripristino delle Conche sono opere imprescind­ibili, che da anni come Radicali Milano chiediamo siano realizzate subito, insieme alla apertura di un tratto di via Melchiorre Gioia — dicono Marco Cappato e Barbara Bonvicini —. È fondamenta­le che tali opere non siano rimesse in discussion­e e siano avviate nei tempi più brevi possibile, nel rispetto del voto popolare del 2011». Il referendum, invece, andrebbe bene per la riapertura completa dei Navigli «che deve essere attuato nel pieno coinvolgim­ento dei cittadini, delle istituzion­i cittadine e regionali, coinvolgen­do i rispettivi “governi” e opposizion­i fuori da logiche di schieramen­to». Propongono anche di «disegnare a terra il percorso di riapertura, per offrire in modo tangibile l’immagine della città che sarà». Infine tocca a Roberto Biscardini, presidente dell’Associazio­ne Riaprire i Navigli: «Dieci anni fa abbiamo proposto di riaprire i Navigli a Milano. Molti ci avevano presi per matti. Adesso finalmente se ne discute in Consiglio. L’importante è non perdere di vista l’idea principale. E cioè riattivare la navigazion­e sull’intera rete dei Navigli Lombardi».

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