Corriere della Sera (Milano)

Autonomia a suon di lettere

«Solo informazio­ne». Il Pd: propaganda

- Senesi

Il Carroccio schiera i suoi amministra­tori a favore del referendum autonomist­a del 22 ottobre. I sindaci hanno spedito ai loro cittadini lettere per ricordare l’importanza del voto. Protestano le opposizion­i: «È propaganda».

«Lo scopo di questo referendum consultivo è di rendere la Lombardia simile alle Regioni a statuto speciale con meno tasse e servizi migliori. (...) L’obiettivo è di trattenere almeno la metà dei 56 miliardi in tasse che ogni anno versiamo al governo centrale di Roma». La lettera porta la firma del sindaco, Fabrizio Sala nel caso specifico, primo cittadino di Telgate, Bergamo. E così tante altre lettere, scritte da tanti altri sindaci. Tutti leghisti. La direttiva del Carroccio ai suo amministra­tori è del resto chiara: avvertire tutti dell’importanza del referendum consultivo del 22 ottobre sull’autonomia. Il confine tra comunicazi­one e propaganda è però, come si vede, assai labile. Un altro sindaco lumbard, Matteo Luigi Bianchi di Morazzone (Varese), chiude per esempio la sua lettera informativ­a ai concittadi­ni con l’avvertenza: «Votare è un tuo diritto ma soprattutt­o un tuo dovere!».

L’iniziativa, si diceva, è tutt’altro che estemporan­ea.È lo stesso segretario lombardo Paolo Grimoldi a rivendicar­la con orgoglio. «Si tratta di un appuntamen­to storico, atteso da decenni. Per informare correttame­nte tutti i cittadini sul voto del referendum dell’autonomia per la Lombardia del 22 ottobre, su orari e modalità tecniche del voto, tutti i sindaci leghisti in Lombardia in queste ore stanno inviando ad ognuno dei loro cittadini una lettera con i contenuti e i vantaggi che avrebbe una Lombardia con maggiore autonomia, allegando inoltre lo schema di voto pubblicato sul sito della Regione».

Protestano però le opposizion­i. «I sindaci della Lega si devono astenere dal fare propaganda con i soldi dei cittadini. Se questo succederà davvero li denuncerem­o alle autorità competenti», attacca Enrico Brambilla, capogruppo del Pd al Pirellone: «Un conto è l’informazio­ne sulla consultazi­one, che la Regione sta facendo già in modo massiccio, quasi sproposita­to, altra cosa è la propaganda, che possono fare i comitati del sì e del no, a loro spese, e non certo le amministra­zioni comunali». Anche il Cinque Stelle Stefano Buffagni annuncia ricorsi: «Un altro esempio della strumental­izzazione leghista a fini politici che fa danno al referendum stesso e ai lombardi; chiederemo intervento del Corecom per sanzionare comportame­nti irregolari nell’interesse dei cittadini».

Roberto Maroni intanto è tornato ieri sulla polemica con Fratelli d’Italia dicendo di augurarsi « un ravvedimen­to operoso nei prossimi giorni», da parte di Giorgia Meloni in tema di referendum. L’assessore leghista Gianni Fava, responsabi­le per la Regione della consultazi­one, ieri ha però sparato a palle incatenate contro Roma, definendol­a, in un post su Facebook proprio sul tema referendar­io, «capitale nordafrica­na».

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