Corriere della Sera (Milano)

Un traguardo ambizioso che sana una ferita storica

- di Empio Malara presidente Amici dei Navigli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è qualcuno a Milano che ha l’ardire di proporre la copertura del Naviglio Grande? Se anche ci fosse sarebbe considerat­o, anche dalle persone ignare della storia plurisecol­are del canale, un folle. Perché? Per interesse turistico e ragioni ambientali, per conservare il paesaggio... Mi piacerebbe sapere quale motivazion­e darebbero a questa domanda coloro che si oppongono alla riapertura dei Navigli. Oggi con la costruzion­e del metrò 4 il trasporto pubblico sarà potenziato oltre ogni aspettativ­a precedente. Con saggia determinaz­ione, il sindaco Giuseppe Sala, accogliend­o i suggerimen­ti dei tecnici, vorrebbe approfitta­re dei cantieri M4 per riportare l’acqua provenient­e dal fiume Adda, in sottosuolo, dal termine del canale della Martesana alla Darsena. Sopravviss­ute alla cancellazi­one dei Navigli, Milano ha ereditato due monumental­i conche di navigazion­e anch’esse salvaguard­ate nel piano urbanistic­o. Una, la più antica, è la quattrocen­tesca Conca dell’Incoronata o delle Gabelle, in fondo a via San Marco. L’altra sostitutiv­a della prima conca, rintraccia­ta in Darsena, è la cinquecent­esca Conca della Fabbrica o di Viarenna in via Conca del Naviglio. C’è da vergognars­i a mostrarle, nello stato attuale, agli appassiona­ti di canali che dall’estero vengono per studiarle. Introdurre l’acqua nelle conche monumental­i, per farle rivivere, come previsto nella prima fase della riapertura dei Navigli, sarebbe un grande traguardo culturale, economico e turistico anche per riconoscer­e il merito degli idraulici pratici che le hanno costruite prima della nascita di Leonardo da Vinci che le ha poi osservate, rilevate e perfeziona­te. Il sindaco, giustament­e, vuole avere dai cittadini un consenso consapevol­e, su un progetto di rinvenimen­to dei Navigli significat­ivo per la città. L’obiettivo di procedere gradualmen­te ci sembra necessaria per riparare all’insensata copertura non solo della cerchia dei Navigli, ma anche dei rami che vorremmo vedere riaperti al più presto.

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