La Provincia mette in vendita la caserma dei carabinieri
Sul mercato finisce lo storico edificio che ospita il Comando dell’Arma nel capoluogo brianzolo
La lista dei beni che la Provincia aveva messo in vendita due anni fa era lunga: 30 appartamenti, sette centri ricreativi, scuole, due centri di formazione professionale. In più due case cantoniere e un centro operativo, più un paio di magazzini stradali. All’elenco dei beni si è aggiunto qualche giorno fa un edificio simbolo di Monza: lo storico palazzo di via Volturno 35, sede del Comando Provinciale dell’Arma dei carabinieri, ospitati in affitto da decenni.
Ed è proprio il palazzo di via Volturno che viene messo in vendita per primo, con un bando pubblicato quattro giorni fa: 5,5 milioni di euro la richiesta, con il vincolo di mantenerlo come sede dell’Arma. Se la vendita dovesse andare in porto per i cittadini non cambierebbe nulla, ma la Provincia, al posto di 200 mila euro scarsi di affitto all’anno, avrebbe più di cinque milioni di euro cash. Che per di più andrebbero a finire sulla parte di bilancio relativa agli investimenti che la Provincia vuole usare per ristrutturare gli edifici che ospitano le scuole superiori. Probabilmente il palazzo verrà acquistato da una società dello Stato, la Invimit Sgr Spa, mentre l’ipotesi che si faccia avanti un privato è piuttosto remota.
«Non mi preoccupa dover vendere quelli che si pensa siano i gioielli di famiglia — spiega il neo presidente Roberto Invernizzi –. I gioielli di famiglia sono i cittadini per i quali ci impegniamo ogni giorno nonostante tagli di risorse insostenibili. Dobbiamo concentrarci per garantire i servizi che la legge ci assegna. In particolare per i 31.361 studenti che frequentano le scuole superiori: con i soldi della vendita possiamo avviare anche un percorso virtuoso, interventi nelle scuole per avere edifici rinnovati che gravino meno sul bilancio provinciale. Abbiamo stimato mesi fa che dei 48 edifici scolastici di nostra proprietà la quasi totalità ha bisogno di sistemazioni più o meno urgenti, con una spesa di oltre tre milioni di euro. Senza tener conto degli interventi radicali, come nel caso dell’omnicomprensivo di Vimercate, dove i milioni necessari si contano a decine».