IL GIALLO DELLA CODA INFINITA E QUELL’ESAME MAI PRENOTATO
Caro Schiavi, mercoledì 27 settembre mi sono recato all’Ospedale Niguarda, Blocco Sud, per una prenotazione. Non ho potuto usare il numero verde in quanto l’esame necessita di una preparazione dettagliata che posso avere solo con una prenotazione di persona. Così mi è stato detto dal medico. Schiacciato il tasto del totem, il biglietto mi dice che ho la prenotazione SP 635: sono le 17.07 e gli utenti in coda sono 294. Quest’ultimo numero mi lascia interdetto anche perché le persone presenti non sono molte e sicuramente meno di quelle che ci sono al mattino. Però uno sguardo al tabellone delle chiamate mi conferma che la situazione è tragica. Infatti un solo sportello sta chiamando il numero SP 343. Mentre sto per andarmene, pensando di tornare il mattino seguente, una signora anziana mi si avvicina e mi porge un biglietto dicendo che non è più in grado di aspettare. In casi analoghi negli uffici Inps ho preso il biglietto e l’ho poi buttato. Sto facendo lo stesso, dopo averla ringraziata, quando leggo questi dati: SP 413 ore 12.59, utenti in coda 224, cioè meno di quelli che ho io, ma ben 4 ore e qualche minuto prima di me. Essendo ancora a pochi passi, chiedo alla signora come ha fatto a resistere tutto quel tempo. Risponde che è un esame importante ed urgente: tornerà il mattino dopo. A questo punto decido di restare. Così se la signora avesse resistito sarebbe stata chiamata allo sportello 22 alle ore 18.17. Non ho usato l’opportunità del biglietto avuto, e ho atteso la chiamata del mio. Chiamata che non c’è stata perché alle 18.30 si presente una signora, presumibilmente la responsabile del servizio (alla mia richiesta su chi fosse nessuna risposta) che dopo averci rassicurato che tutti avrebbero avuto la prenotazione invita a metterci in fila davanti agli sportelli 18-19-20-21-22 rispettando il numero di chiamata. Naturalmente l’esito è disastroso e dopo un suo tentativo di controllo, lascia campo libero ai soliti furbetti. Quando vedo il primo sportello vuoto dei cinque di cui sopra, lo raggiungo. Sono le 18.57 e chiedo di lasciarmi il biglietto perché voglio fare un reclamo all’Urp. L’operatrice mi dice che non è possibile e quindi non faccio la prenotazione. Guido Belotti
Caro Belotti, pubblico la sua ricostruzione perché se davvero è questa l’odissea per prenotare un esame, siamo alla commedia dell’assurdo. Ma prima di tirare la croce addosso a qualche burocrate vorrei sapere se il 27 è stato un giorno particolare oppure è sempre così. Pensiamo positivo: oggi magari andrà meglio.