’Ndrangheta, un altro sequestro di atti nel Comune di Seregno
Interrogato per un’ora l’ex assessore Ciafrone, di Forza Italia
Nemmeno il tempo di riprendersi dallo choc. Prima l’arresto del sindaco, poi l’intervento del commissario prefettizio che ha azzerato la giunta di Seregno. Ora un altro blitz delle forze dell’ordine negli uffici comunali, segno che l’inchiesta della Procura brianzola su corruzione e rapporti con la criminalità organizzata all’interno del palazzo municipale è ancora lontana dal concludersi. Anzi, ci sono molti «spunti investigativi», come vengono definiti dagli inquirenti, che devono ancora essere approfonditi. Lo dimostrano, oltre alle tanti parti coperte da «omissis» nelle carte del fascicolo, anche l’intervento dei carabinieri e della guardia di finanza che ieri mattina hanno acquisito nuovi atti negli uffici anagrafe tecnico ed ecologia.
I militari dell’Arma guidati dal maresciallo Tommaso Filoni, e quelli delle Fiamme gialle agli ordini del tenente Emilio De Simone, si sono presentati al palazzo Landriani-Caponaghi di piazza Libertà, sede di rappresentanza del Comune, dove si sono intrattenuti circa un’ora prima di dirigersi verso il vicino immobile compreso tra le vie XXIV Maggio e Paradiso, che accoglie gli altri uffici, rimasti chiusi al pubblico per tutta la giornata. E tutto questo a poco più di una settimana dal terremoto giudiziario che ha scosso il paese di 45mila abitanti della provincia di Monza, dove l’ormai ex primo cittadino Edoardo Mazza, di Forza Italia, si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione per i suoi rapporti con il costruttore di origini calabresi Antonino Lugarà, considerato personaggio «contiguo» alla ‘ndrangheta e finito in carcere. A mettere nei guai il politico e l’imprenditore, c’è la questione del piano di lottizzazione della cosiddetta ex «area Dall’Orto Pullman».
Secondo i pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo, tra i due indagati sarebbe stato stretto un patto illecito, in base al quale in cambio del consenso elettorale procurato da Lugarà a Mazza (con l’intervento dell’ex vicepresidente di Regione Lombardia Mario Mantovani, anch’egli indagato per corruzione), quest’ultimo ha dato il via libera all’edificabilità di un supermercato sull’area di via Valassina, nell’interesse di Lugarà, direttamente senza passare dal voto del consiglio comunale.
Per la Procura la vicenda è riassunta nelle parole che il sindaco Mazza, intercettato, rivolge a Lugarà: «Ogni promessa è debito». L’inchiesta ha messo sotto la lente altre pratiche urbanistiche. Non stupisce più di tanto, dunque, la nuova acquisizione di atti nell’ufficio tecnico, e in quello ecologia. Colpisce, semmai, il sopralluogo nell’ufficio anagrafe di via Umberto I. Delega che apparteneva all’ex assessore Gianfranco Ciafrone, anch’egli raggiunto dall’indagine monzese e destinatario di un ordine di interdizione dalla attività pubblica da parte del gip Pierangela Renda. Ciafrone, assistito dall’avvocato Roberta Minotti, ha sostenuto ieri l’interrogatorio di garanzia, assieme ad altri funzionari dell’ufficio urbanistica. «Abbiamo chiarito il contenuto di un’intercettazione con Lugarà, secondo noi male interpretata», il commento del legale.