Amianto all’ex Apollo: slitta il debutto di Apple
Fibre nelle tubature e nelle pareti dell’Apollo L’inaugurazione rischia di slittare all’estate 2018
Slitta il taglio del nastro di Apple Store. Negli spazi che ospitarono il cinema Apollo, in piazza del Liberty, durante i lavori è stato trovato amianto. Sia nelle tubazioni, sia nelle pareti. La bonifica si è conclusa ma ha allungato i tempi tecnici della cantierizzazione. La notizia è stata comunicata ufficialmente venerdì ai «frontisti» che lavorano o risiedono in stabili affacciati sulla piazza. Si lavora a ritmi incalzanti, ma è quasi certo che l’apertura slitterà alla prossima estate. Intanto, la piazza è meta dei curiosi che possono vedere il progetto firmato dall’archistar Norman Foster sui rendering affissi sulle pareti dello scrigno bianco dentro il quale sta nascendo la Mela.
Slitta ancora il taglio del nastro dell’Apple Store. Negli spazi che ospitarono il cinema Apollo, in piazza del Liberty, durante i lavori è stato trovato amianto. Nelle tubature e nelle pareti. La bonifica si è conclusa ma ha allungato i tempi tecnici della cantierizzazione. Ed è questa la ragione del rinvio dell’apertura del «flagship store» di Apple, uno dei negozi di rappresentanza dell’azienda di Cupertino in Italia, l’edificio sotterraneo che ospiterà gli iPhone 8, gli iPad Pro, i Mac e tutti i prodotti del mondo Apple.
La notizia è stata comunicata ufficialmente venerdì ai «frontisti», cioè a tutti coloro — negozianti e residenti — che lavorano o risiedono in stabili affacciati sulla piazza e che dal primo giorno di apertura del cantiere sono stati coinvolti con riunioni mensili per l’aggiornamento sullo stato di avanzamento del cantiere. La speranza dell’azienda statunitense, in un primo tempo, era di inaugurare il «Cubo» entro il Natale di quest’anno. Ma già lo scorso maggio, quando il cantiere è stato avviato, la «fine lavori» risultava fissata al 18 febbraio 2018. Ora si continua a lavorare a ritmi incalzanti, ma è quasi certo che l’apertura slitterà alla prossima estate. La notizia era già trapelata in occasione della convention annuale, negli Usa, quando la vice presidente dell’area Retail di Apple Angela Ahrendts, dal palco del keynote autunnale, aveva raccontato il progetto di Apple per Milano.
Intanto, la piazza è meta dei curiosi che possono vedere il progetto firmato dall’archistar Norman Foster sui rendering affissi sulle pareti del grande cubo bianco posto a copertura del cantiere. Un gigantesco scrigno bianco con le pareti rivestite di immensi specchi, travestimento perfetto per una piazza che non c’è più. Perché la sotto, nella pancia di piazza del Liberty, sta nascendo la Mela. In linea con la filosofia dello store che verrà: «Lo store c’è ma non si vede», racconta infatti il sito web di Apple per Milano.
Quella scatola sembra pronta per essere scartata e ormai non lascia più niente – o quasi – all’immaginazione, diverso ma non troppo dagli altri flagship Apple del mondo. Pareti d’acqua e piazza multimediale, lo store c’è ma non si vede, grazie a un’originale soluzione architettonica, «si nasconde sotto l’accogliente anfiteatro esterno. Sarà il posto perfetto per condividere le proprie passioni, scoprirne di nuove e approfondire le proprie capacità», si legge sul sito di Apple.
La presenza dello scrigno bianco ha permesso di capire quanto grandi saranno i due parallelepipedi in vetro che di giorno si trasformeranno in cascate d’acqua e la sera in schermo cinematografico — 12 metri di larghezza — con la scalinata antistante che scende nella profondità della piazza, diventando un grande anfiteatro.
Il clima in piazza del Liberty oggi è disteso, rispetto ai mesi che portarono alla chiusura dell’Apollo. Gli eredi del conte Tarsis — l’omonimo palazzo s’affaccia sulla piazza — commentano: «Il cantiere è stato condotto in una maniera che non avremmo mai immaginato, a cominciare dalle riunioni con i frontisti che ci hanno coinvolto passo dopo passo». Polveri e rumori passano in secondo piano quando «sei reso partecipe di quanto accade sotto casa».