Così si vota al referendum
Lo spoglio affidato a Lombardia Informatica
Non sarà necessaria la tessera elettorale e il voto sarà elettronico con la facoltà di modificare la scelta. La terza novità del referendum del 22 ottobre è che a gestire tutti i dati non sarà il ministero dell’Interno, ma Lombardia Informatica, una società della Regione.
Non sarà necessaria la tessera elettorale e il voto sarà elettronico — si, no, scheda bianca (impossibile quindi annullare la scheda) — con la facoltà di modificare, una sola volta, la propria scelta. La terza novita tecnica del referendum autonomista del 22 ottobre è che a gestire tutti i dati non sarà il ministero dell’Interno, ma Lombardia Informatica, una società della Regione.
Quasi 8 milioni di elettori: «Sarà la tornata elettorale più imponente non gestita dallo Stato», racconta con una certa soddisfazione Gianni Fava, il responsabile per la Regione della consultazione, davanti ai sindaci riuniti a Palazzo Lombardia proprio per capire il funzionamento del sistema di voto. «Il sistema è semplicissimo», garantisce il presidente della Ragione Roberto Maroni. Ogni cabina, un tablet. L’elettore dovrà premere sul pulsante «inizia» per veder comparire la schermata col testo del quesito. Sì, no, scheda bianca. Ogni sezione elettorale sarà protetta da un pin conosciuto solo dal presidente del seggio. Pochi minuti dopo le 23, i risultati elaborati da Lombardia Informatica. Chiara Cremonesi di Campo progressista solleva però la questione della gestione dei dati: «Il documento che dovrebbe certificare la sicurezza del software agli atti non si trova». Il Viminale in ogni caso resterà a guardare. È un referendum regionale, consultivo e per giunta a voto elettronico: l’unico passaggio «esterno» previsto è quello finale con la ratifica dei risultati della Corte d’Appello.
Un referendum che non ha valenza nazionale. Per questo non servirà mostrare al seggio la tessera elettorale e basterà invece la carta d’identità. Proprio per comunicare il seggio di voto, la tessera elettorale arriverà invece nelle case dei neo-maggiorenni e di chi ha cambiato residenza da poco. Qualche problema, dicono dalla Regione, potrebbe verificarsi a Milano città per le modifiche delle sezioni elettorali, seggi spostati o accorpati. «Abbiamo ricevuto almeno un paio di segnalazioni», dice Fava. «Ma la comunicazione ai cittadini interessati arriverà entro tempo utile», garantiscono dal Comune. La consegna dei 24mila tablet — 22mila impiegati direttamente ai seggi e duemila di riserva — inizierà oggi. In totale si allestiranno 9.250 sezioni in 1.523 comuni. Prevista, infine, l’assistenza di 7 mila tecnici.
Passando agli aspetti politici, ieri Maroni ha ringraziato i sindaci del Pd che voteranno sì e che così facendo «anteporranno gli interessi dei cittadini a quelli di partito». Il governatore ha poi bacchettato il Movimento Cinque Stelle per lo scarso impegno nella campagna referendaria (i grillini che pure sono per il sì lo sfidano a un dibattito pubblico sul tema) e ha fatto appello a Silvio Berlusconi perché partecipi all’iniziativa referendaria di sabato (la presenza del Cavaliere è invece in forte dubbio). Il presidente leghista è sicuro: «Se a votare andranno in tanti io chiederò competenze autonome in tutte le materie, quindi nell’interesse dei cittadini mi auguro che i lombardi capiscano che questa è un’occasione da non perdere.Sono convinto che Gentiloni abbia interesse ad ascoltarci, è suo interesse come presidente del Consiglio ascoltare il popolo».