Corriere della Sera (Milano)

Al Pavilion

Festival delle Lettere L’attrice Cecilia Dazzi interpreta le migliori

- Alessandra Lanza © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«O gni lettera apre u n mondo». Quello di chi la scrive, di chi all’interno ci racconta una vita e nel farlo dà valore a quel pezzo di carta, che smette di essere un semplice foglio e insieme a inchiostro e parole acquista un’anima, portando con sé ricordi, emozioni, desideri, nostalgie. Da un’intuizione come questa Marco Corbani, nel 2004, ha deciso di fondare il Festival delle Lettere: «Quel primo anno in concorso ne arrivarono 800, non ci credevo», racconta il direttore artistico. Ora, arrivati alla 13esima edizione, la media è di circa duemila buste all’anno ricevute: nonostante la tecnologia avanzi, l’affetto per il medium analogico non muore.

Un tema differente ogni edizione, annunciato sempre in quella precedente, con lo scopo di interpreta­re i tempi in cui viviamo e di accorciare le distanze: per il 2017 è «Lettera a un cervello in fuga», «non solo dei ragazzi che vanno all’estero, ma anche quelli fuori controllo, a causa di handicap o altre difficoltà». A dire la loro ci sono anche le mamme, quelle che restano a casa ad aspettare, che spediscono generi di conforto o denaro, l’altro lato della medaglia di cui non si parla mai. Riunite dalla sociologa Brunella Rallo attorno al blog mammedicer­vellinfuga.com, potranno finalmente incontrars­i live domenica 15. La sera prima, ad aprire il festival, l’inaugurazi­one della mostra Buste Dipinte e poi uno spettacolo musicale, con Eugenio Finardi, Joan Thiele e Bianco. «Suonerò tre canzoni e leggerò una lettera che ho ritrovato in una scatola dei ricordi, che fa in qualche modo parte del mio dna — racconta il cantautore torinese, che proprio in questi giorni sta registrand­o il suo prossimo album—. La scrisse mio nonno a mia nonna, poco prima di sposarla, nel ’46. Di quell’epoca siamo abituati a ricevere testimonia­nze di guerra: questa lettera, invece, parla d’amore e di rapporti personali, una cosa che ho trovato emozionant­e, ma anche molto interessan­te dal punto di vista storico».

Le lettere, per l’attrice Cecilia Dazzi, che insieme a Rosario Lisma e Teresa Romagnoli domenica pomeriggio leggerà quelle vincitrici di quest’edizione, sono come delle dichiarazi­oni, ben diverse da alcuni dei copioni che interpreta per profession­e. «Quando lo non sceneggiat­ore riesce a immedesima­rsi del tutto nella storia di cui sta scrivendo, non arriva il messaggio all’attore, che non è in grado di interpreta­rlo e di arricchirl­o. Le lettere che leggerò invece mostrano tutte un’urgenza e un bisogno di espression­e: quando i testi sono così belli, ti aiutano e ti danno le ali per restituirl­i senza paura». Subito dopo una lettera di Giusy Versace si trasformer­à in film per raccontarn­e la vita, grazie alle tavole di Emanuel Simeoni, disegnator­e per DC Comics e direttore creativo di Comics&Business. «Una storia potente la sua, che contiene un messaggio importante e coinvolgen­te — racconta Simeoni —. Mostrerò come il fumetto possa comunicare emozioni ed esperienze in modo efficace, penetrando nelle persone più delle parole e lasciando al pubblico una libertà che il testo scritto non sempre offre».

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Ospiti Cecilia Dazzi leggerà domenica le più belle lettere di quest’edizione. A sinistra, il cantautore torinese Bianco

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