Al Pavilion
Festival delle Lettere L’attrice Cecilia Dazzi interpreta le migliori
«O gni lettera apre u n mondo». Quello di chi la scrive, di chi all’interno ci racconta una vita e nel farlo dà valore a quel pezzo di carta, che smette di essere un semplice foglio e insieme a inchiostro e parole acquista un’anima, portando con sé ricordi, emozioni, desideri, nostalgie. Da un’intuizione come questa Marco Corbani, nel 2004, ha deciso di fondare il Festival delle Lettere: «Quel primo anno in concorso ne arrivarono 800, non ci credevo», racconta il direttore artistico. Ora, arrivati alla 13esima edizione, la media è di circa duemila buste all’anno ricevute: nonostante la tecnologia avanzi, l’affetto per il medium analogico non muore.
Un tema differente ogni edizione, annunciato sempre in quella precedente, con lo scopo di interpretare i tempi in cui viviamo e di accorciare le distanze: per il 2017 è «Lettera a un cervello in fuga», «non solo dei ragazzi che vanno all’estero, ma anche quelli fuori controllo, a causa di handicap o altre difficoltà». A dire la loro ci sono anche le mamme, quelle che restano a casa ad aspettare, che spediscono generi di conforto o denaro, l’altro lato della medaglia di cui non si parla mai. Riunite dalla sociologa Brunella Rallo attorno al blog mammedicervellinfuga.com, potranno finalmente incontrarsi live domenica 15. La sera prima, ad aprire il festival, l’inaugurazione della mostra Buste Dipinte e poi uno spettacolo musicale, con Eugenio Finardi, Joan Thiele e Bianco. «Suonerò tre canzoni e leggerò una lettera che ho ritrovato in una scatola dei ricordi, che fa in qualche modo parte del mio dna — racconta il cantautore torinese, che proprio in questi giorni sta registrando il suo prossimo album—. La scrisse mio nonno a mia nonna, poco prima di sposarla, nel ’46. Di quell’epoca siamo abituati a ricevere testimonianze di guerra: questa lettera, invece, parla d’amore e di rapporti personali, una cosa che ho trovato emozionante, ma anche molto interessante dal punto di vista storico».
Le lettere, per l’attrice Cecilia Dazzi, che insieme a Rosario Lisma e Teresa Romagnoli domenica pomeriggio leggerà quelle vincitrici di quest’edizione, sono come delle dichiarazioni, ben diverse da alcuni dei copioni che interpreta per professione. «Quando lo non sceneggiatore riesce a immedesimarsi del tutto nella storia di cui sta scrivendo, non arriva il messaggio all’attore, che non è in grado di interpretarlo e di arricchirlo. Le lettere che leggerò invece mostrano tutte un’urgenza e un bisogno di espressione: quando i testi sono così belli, ti aiutano e ti danno le ali per restituirli senza paura». Subito dopo una lettera di Giusy Versace si trasformerà in film per raccontarne la vita, grazie alle tavole di Emanuel Simeoni, disegnatore per DC Comics e direttore creativo di Comics&Business. «Una storia potente la sua, che contiene un messaggio importante e coinvolgente — racconta Simeoni —. Mostrerò come il fumetto possa comunicare emozioni ed esperienze in modo efficace, penetrando nelle persone più delle parole e lasciando al pubblico una libertà che il testo scritto non sempre offre».