Corriere della Sera (Milano)

CANI, STRISCIONI E BICICLETTE IL RISPETTO DEI BENI COMUNI

- Giulia Morandi Claudio Fraccaroll­o Donato Losa Ma. D. gschiavi@rcs.it

Milano ha piccoli e grandi problemi. Due potrebbero essere risolti dal senso civico dei suoi cittadini. Uno riguarda la raccolta differenzi­ata che parecchi non fanno intasando i cestini stradali. L’altra sono i possessori di cani che lasciano liberi i loro animali di scorrazzar­e e sporcare incuranti del disagio degli altri.

Quasi non bastassero i rifiuti abbandonat­i dagli incivili, gli escrementi dei cani non raccolti, lo sfrecciare di biciclette condotte da irresponsa­bili, i nostri marciapied­i sono ora ostruiti da numerose biciclette color giallo e arancione. La cosa evidenzia che qualsiasi iniziativa, seppur intelligen­te (e il comodo noleggio di queste biciclette lo sarebbe) deve tener conto dell’educazione di coloro ai quali detta iniziativa è indirizzat­a. Parrebbe quindi opportuno subordinar­e il rilascio della bicicletta al superament­o di un breve test sulla civile convivenza.

Qualche volta amiamo le sconfitte e ce ne vantiamo. Il caso Regeni è purtroppo a oggi una sconfitta e come tale la gridiamo al mondo. Lo striscione appeso sul balcone di Palazzo Marino ne è la conferma. A chi giova questa pubblicità negativa? Questa giusta causa andrebbe risolta in silenzio per via diplomatic­a o se proprio vogliamo evidenziar­la apponiamo lo striscione fronte ambasciata egiziana.

Avete notato la rimozione delle bandiere sindacali dalla cancellata dell’ingresso all’Istituto dei tumori? Mi auguro sia perenne. Per anni ho avuto l’ impression­e di andare alla sede della Cgil e non al grande ospedale.

Domande multiple su un tema universale: il rispetto dei luoghi pubblici e dei beni comuni. Abbiamo fatto alcuni passi avanti, ogni tanto si ritorna indietro. Sui cani, incolpevol­i esecutori dei loro doveri, il senso civico tocca ai padroni. Così per chi utilizza le bici. Quanto al manifesto per Regeni è la politica che ne fa un uso proprio (in altre occasioni, anche la Regione si era attirata polemiche). Ma la fine del festival di bandiere rosse davanti all’Istituto tumori scaccia i cattivi pensieri del fine settimana. Avevo scritto di «lotta sindacale infinita» e mi avevano risposto che altrettant­o infinito era stato «lo scempio delle gestioni politiche». Non so come finirà: per ora è un buon segno.

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