Pasticcio referendum: la corsa rosa nel parco
Trovata l’intesa sul percorso alternativo
Pasticcio risolto. La maratona rosa per raccogliere i fondi contro il cancro organizzata dalla Fondazione Veronesi si farà nonostante la concomitanza con il referendum del 22 ottobre. Solo che cambia percorso e si terrà tutta all’interno del Parco Sempione per motivi legati alla sicurezza e alla viabilità. Settimana prossima si riunirà il tavolo tecnico della Questura per le prescrizioni del caso. «Sono contento. Ancora una volta il Comune è al nostro fianco» dice Paolo Veronesi, presidente della Fondazione. Ma c’è voluto l’intervento del sindaco Sala e l’inventiva dell’assessore Rozza per risolvere il problema ed evitare una brutta figura.
Pasticcio risolto. La maratona rosa per raccogliere i fondi contro il cancro organizzata dalla Fondazione Veronesi si farà nonostante la concomitanza con il referendum del 22 ottobre. Solo che cambia percorso e si terrà tutta all’interno del Parco Sempione per motivi legati alla sicurezza e alla viabilità. Settimana prossima, si riunirà il tavolo tecnico della Questura per le prescrizioni del caso. «Sono contento — dice Paolo Veronesi, presidente della Fondazione —. Il Comune ha sempre appoggiato tutte le iniziative della Fondazione e stava già cercando di trovare delle soluzioni perché oltre a essere patrocinatore dell’evento ha sempre sostenuto questa manifestazione. E il loro sforzo oggi vale doppio vista la situazione In giunta Roberta Guaineri (Sport) e, a destra, Carmela Rozza (Sicurezza) molto complicata. I nostri tecnici sono già al lavoro per il percorso».
C’è voluto l’intervento del sindaco Beppe Sala e l’inventiva dell’assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza, per raddrizzare una situazione che aveva del paradossale, perché la data individuata per la PittaRosso Pink Parade e presentata in pompa magna proprio a Palazzo Marino non teneva conto che nello stesso giorno si sarebbe svolto il referendum per l’autonomia della Lombardia con tutta la polizia locale impegnata (per obbligo di legge) a presidiare i seggi dalla mattina alla sera e quindi impossibilitata a garantire il corretto svolgimento della maratona. E tutto ciò nonostante ci fossero tre documenti della polizia locale che evidentemente sono finiti nel dimenticatoio. Il primo porta la data del 20 luglio 2016 e chiede a tutte le direzioni centrali di non rilasciare autorizzazioni per le manifestazioni pubbliche o private ma aperte al pubblico prima del parere preventivo e favorevole dell’assessorato alla Sicurezza. Il secondo è dell’8 febbraio 2017 e ha un titolo eloquente: «Sospensione delle iniziative concomitanti con...». Segue elenco di eventi e giorni in cui non si possono svolgere iniziative in parallelo. C’è la Stramilano, l’arrivo del Papa, il Giro d’Italia e alla fine «eventuali elezioni e/o referendum». Come se non bastasse arriva l’ultimo warning. È il 27 settembre. Gli uffici dell’assessorato alla Sicurezza scrivono agli uffici dell’assessorato allo Sport (titolari dell’iniziativa) che vista la concomitanza con il referendum non è possibile autorizzare la Pink Parade. «Ciò premesso — riporta la comunicazione — anche in ragione delle ultime disposizioni impartite dal ministero dell’Interno riguardo ai problemi di Safety e Security da adottare in occasione di pubbliche manifestazioni, la polizia locale non è in grado di garantire gli standard minimi di sicurezza richiesti». Comunicazione che non produce nessun effetto. Non passa neanche una settimana che proprio a Palazzo Marino, il 3 ottobre, l’appuntamento viene presentato ufficialmente alla presenza dell’assessore allo Sport, Roberta Guaineri e del vicesindaco Anna Scavuzzo. Evidentemente gli uffici non si parlano, o per lo meno non si «leggono». O, forse si sono parlati e non si sono capiti.
Tutto bene quello che finisce bene direbbe il saggio. Anche se qualche malumore resta. «A noi — attacca l’assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza che ieri ha incontrato gli organizzatori e ha trovato la “soluzione” alternativa del Parco — interessa fare gli eventi, non non farli. Sono arrabbiata perché si tratta di un’iniziativa importante di solidarietà e ora mi trovo a ridurla. Non era nostra volontà. Bastava venire negli uffici della polizia locale fin dal primo giorno e noi avremmo assistito gli organizzatori in ogni passo». Tira un sospiro di sollievo Paolo Veronesi: «Questa corsa è un evento importante per la Fondazione. È importante per centinaia di ricercatori, per le donne che lottano contro il tumore e per oltre diecimila persone che hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa. Ancora una volta il Comune è al nostro fianco».