Il caos dei furgoni e la rivoluzione attesa da 12 anni
Bloccata da dodici anni la riforma della logistica commerciale E il progetto delle piazzole hi-tech resta appeso a un ricorso al Tar
La riforma della logistica s’è persa nel traffico. Promise una mezza rivoluzione la giunta Moratti, annunciò nel 2012 un tentativo l’amministrazione Pisapia, ci sta provando Palazzo Marino, con gli assessori di Sala, oggi. I risultati, però, al momento sono nulli e la sosta selvaggia dilaga. Lo smart parking, il progetto delle piazzole di sosta «intelligenti», è ancora appeso a una sentenza del Tar: l’assegnazione del bando è stata impugnata.
Se va bene, è slalom obbligato tra furgoni in divieto. Se va male, e i mezzi sono in doppia, tripla fila. E un breve tragitto può diventare un incubo. La riforma della logistica s’è persa nel traffico. Promise una mezza rivoluzione la giunta Moratti, annunciò nel 2012 un tentativo l’amministrazione Pisapia, ci sta provando Palazzo Marino oggi. Risultati, al momento, nulli. Semaforo rosso. La soluzione per uscire dal tunnel del carico e scarico delranno le merci — cioè lo smart parking, il progetto delle piazzole di sosta «intelligenti» — è ancora appeso a una sentenza del Tar. L’assegnazione del bando è stata impugnata. I giudici si pronunceranno a dicembre. Se il ricorso sarà respinto, partiranno i lavori. Forse.
Dagli uffici della Mobilità mettono le mani avanti: perché lo smart parking sia operativo occorrerà un altro anno. I lavori sono imponenti. Va realizzata una infrastruttura tecnologica in 1.200 stalli, dei quali 450 sono dedicati allo scarico-carico merci, gli altri invece ai disabili. Gli stalli sa- dotati di sensori che segnalano se sono liberi oppure occupati e consentiranno la prenotazione, in quanto collegati ad un centro di monitoraggio e ad una app.
Un sistema analogo è già operativo in altre città italiane, Treviso, La Spezia e Pisa, in un ordine di grandezza decisamente inferiore al capoluogo lombardo. «Sono certa che ci saranno riscontri positivi da parte degli operatori quando partirà — commenta l’assessore al Commercio, Cristina Tajani —. Abbrevierebbe i tempi delle consegne e abbatterebbe anche le emissioni».
Sul fronte dei commercianti l’attesa è grande: «Abbiamo cominciato a lanciare segnali una dozzina di anni fa — spiega Simonpaolo Buongiardino, vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente di Assomobilità —. Il commercio è l’anima della città, dà il Pil, e vive di mobilità e rifornimenti. Le piazzole di scarico e carico sono state raddoppiate in questi anni e ora è importante arrivare allo smart parking. Il prossimo passo però è riprendere in mano il progetto delle piattaforme di vicinato. Abbiamo riproposto il piano dei centri esterni ai Bastioni dove far convergere le merci che arrivano da più vettori, e poi da lì portarle a consegna con mezzi elettrici. Ma non è mai stato predisposto un disegno».
La riforma del traffico merci fu un cavallo di battaglia dell’assessore Franco D’Alfonso. L’idea — si torna indietro nel tempo all’estate 2012 — era di stabilire all’Ortomercato il punto di raccolta delle forniture. Da lì un solo mezzo avrebbe portato i prodotti nei negozi presenti nelle aree più «dense». Un piano da 3 milioni di euro. In particolare nel Centro storico dove si concentra il 23% delle attività cittadine (che danno lavoro a poco meno di 300 mila addetti). Del piano non si parla, per ora, ma dall’assessorato alla Mobilità chiariscono che le misure in vigore dal 12 febbraio scorso — la finestra con divieto di ingresso per il carico-scarico dalle 8 alle 10 — hanno già ridotto il traffico dei furgoncini.