IL RISTORANTE SOLIDALE E L’APPELLO AL MECENATISMO
Caro Schiavi, nei giorni scorsi il Corriere ha pubblicato un appello del sindaco Beppe Sala ai mecenati milanesi per sostenere iniziative legate ai bisogni della città, in particolare nelle periferie. Il Comune non può arrivare dappertutto ed è giusto che chi ha di più dia qualcosa a chi ha meno. Ma non è sempre stato così a Milano? Roberta Pirovani
Cara Roberta, è vero, è sempre stato così e questo fa la differenza. Se togliessimo dalla pianta della città le donazioni dei privati, lasciti, edifici, ospedali, musei, università, Milano non sarebbe più Milano. E se non ci fosse la storica attitudine delle grandi famiglie a farsi carico di una parte del welfare municipale, il peso sulle spalle di Palazzo Marino sarebbe insostenibile: oggi la crisi ha piallato il ceto medio e reso i poveri più poveri, soprattutto nelle zone di periferia, dove il disagio sociale si somma alla difficoltà di arrivare a fine mese.
Credo che le prime risposte all’appello del sindaco siano state incoraggianti, ma ce n’è una anticipata qualche giorno fa da Ernesto Pellegrini, imprenditore ed ex presidente dell’Inter, che riassume il bello di rimboccarsi le maniche per favorire il riscatto sociale di chi ha meno e si sente escluso dalla Milano che corre.
Di Pellegrini ci siamo occupati quando ha inaugurato il ristorante solidale intitolato a Ruben, una persona umile e sfortunata della sua infanzia morta di stenti in una baracca nella campagna di Linate. Ruben adesso è un luogo della misericordia in via Gonin, che restituisce dignità a tanta gente schiacciata dalla vita: al modico prezzo di un euro si cena con i familiari senza umiliarsi nella mensa dei poveri e si trova anche un orientamento per un futuro meno grigio.
Con efficienza imprenditoriale dal 2014 la Fondazione Pellegrini si è impegnata a garantire una ripartenza a chi ha perso il lavoro, collabora con la Caritas, organizza corsi di arti e mestieri e presto si prenderà in carico, con Fondazione Cariplo di alcuni appartamenti Aler da ristrutturare.
«Il lavoro è la strada maestra per il riscatto sociale», è la filosofia dell’imprenditore che sostiene il mecenatismo auspicato dal sindaco. Altri benefattori a Milano hanno diverse linee di intervento. Quel che conta è quel che ha scritto lei nella sua lettera, cara Roberta: chi ha di più ha il dovere di dare qualcosa a chi ha avuto meno.