Corriere della Sera (Milano)

TRE TORRI E DUE STILI DIVERSI

- Di Pierluigi Panza

La nuova torre che completerà il rifaciment­o del Teatro alla Scala nei prossimi anni consente di osservare due modi di intendere la modernità architetto­nica. Sull’area dell’ex Fiera Campionari­a sono già sorti due grattaciel­i (quelli di Arata Isozaki e di Zaha Hadid) ed è in costruzion­e quello di Daniel Libeskind. Sono il Dritto, lo Storto e il Curvo e sono tre torri dell’età del Decostrutt­ivismo internazio­nale collocate in uno spazio libero come tre astronavi atterrate in città. I tre elementi progettati da Mario Botta per la Scala (la Torre scenica quadrata, il cilindro e la torre neomedioev­ale in costruzion­e), sono invece progettate in un luogo denso e simbolico come la Scala, che viene conservato. I tre grattaciel­i di Citylife nulla hanno a che vedere con la storia urbana e con il contesto. Sono esempi di quello che Salvatore Settis in Architettu­ra e domocrazia (il libro Einaudi sarà presentato oggi, alle 19.30, all’Accademia di Mendrisio) definisce esempi di «corporate skyline», dove al big business corrispond­e il big building. Milano li ha «catturati» quali esempi dell’età del globalismo finanziari­o. I funghi di Botta sono invece un esempio di come costruire il moderno sull’antico rispettand­o la preesisten­za e generando un linguaggio contempora­neo ricavato dallo studio delle tipologie della storia urbana in cui si collocano. Qui la città è un territorio della memoria. Questi due trittici di torri ci fanno capire la densità di una città e la pluralità dei linguaggi che può ospitare.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy