Lingue a scuola, va di moda il cinese
Si insegna nel 15% degli istituti, il doppio della media nazionale. Corsa all’Erasmus in Asia
Aumentano gli istituti che propongono il cinese come materia di insegnamento e gli studenti che lo scelgono come seconda o terza lingua, preferendolo a tedesco e francese. In città, secondo una ricerca di Ipsos per conto di Fondazione Intercultura, sono 15 le scuole che guardano a oriente e oltre un migliaio di ragazzi tra i 15 e i 17 anni partecipano ai corsi, nel 48 per cento dei casi extracurriculari.
Il cinese spopola nelle scuole. Aumentano gli istituti che lo propongono come materia di insegnamento e gli studenti lo scelgono come seconda o terza lingua, preferendolo ai più tradizionali tedesco e francese. Non solo: la Cina è ormai la meta lontana più ambita dagli adolescenti per l’anno di studio all’estero, dopo gli Stati Uniti. «Quindici istituti a Milano, otto statali e sette paritari, hanno avviato corsi di cinese. Rappresentano il 15 per cento delle scuole della città. Una quota quasi doppia rispetto alla media in Italia (8 per cento) e superiore a quella lombarda (11 per cento)», osserva Lucia Spadaccini di Ipsos, l’istituto di ricerche presieduto da Nando Pagnoncelli che ha condotto un’analisi approfondita per conto di Fondazione Intercultura.
A Milano, dice la ricerca, oltre un migliaio di ragazzi tra i 15 e i 17 anni partecipano ai corsi, nel 48 per cento dei casi extracurriculari. Il primo ad avviare la sperimentazione è stato nel 2014 il «Tito Livio»: partito con una sezione che aveva il cinese come seconda lingua, da quest’anno ha raddoppiato, viste le richieste in continuo aumento: esercizi di calligrafia, logogrammi. Ma non si impara solo la lingua, bensì la cultura a tutto tondo. La storia, le arti marziali, la cucina. È un mondo tanto lontano quanto affascinante, per i ragazzi. Ieri, per il convegno «La nuova via della Cina» organizzato dalla onlus, sono arrivati quattrocento adolescenti da tutta la regione. Stipati nell’auditorium di Assolombarda Confindustria, interessati a partecipare al bando di Intercultura per l’anno di studio all’estero, che scade in questi giorni. E attentissimi ad ascoltare la testimonianza dei loro coetanei che hanno appena passato un anno scolastico in Cina. «Durante la settimana vivono nei campus scolastici e nel weekend con famiglie volontarie che li ospitano — spiega Roberto Ruffino, segretario generale della Fondazione —. Tra gli studenti milanesi si è imposta come meta più gettonata dopo gli Stati Uniti e prima dell’Australia e dell’America Latina». Fenomeno Cina, allora? «Il 15 per cento delle scuole con corsi di cinese vuole dire ancora numeri di nicchia ma destinati a crescere. Milano e la Lombardia sono traino per il Paese intero».