Tari, pass, certificati: rivoluzione digitale «Così l’attesa crolla da 40 a 5 minuti»
IL DOSSIER I SERVIZI INFORMATIZZATI Tassa rifiuti, sul web oltre 9 mila pagamenti Online già il 13 per cento dei permessi auto
La differenza? Per ottenere un certificato allo sportello dell’Anagrafe, tra coda e stampa del documento, il tempo medio è di 40 minuti (35 minuti di coda e 5 per l’emissione e la stampa). Per farlo online, la media è di 5 minuti (senza doversi spostare da casa o dall’ufficio). La rivoluzione digitale a cui sta lavorando l’assessore alla Trasformazione digitale e la rivoluzione del «rallentamento», proposta dal sindaco Beppe Sala, hanno molti punti in comune. Sono inversamente proporzionali: all’aumentare della rivoluzione digitale diminuisce il tempo sprecato mentre si guadagna tempo personale. Per non essere troppo filosofici, meglio far parlare i numeri. Su 120.812 certificati contestuali rilasciati nel 2017 (quelli più richiesti che contengono informazioni sulla residenza, sulla cittadinanza, lo stato civile, l’esistenza in vita e la nascita), 64.400 sono stati fatti online, contro 56.412 allo sportello fisico. A settembre il 54 per cento di tutti i certificati è stato chiesto e ottenuto online, superando quindi le richieste allo sportello. A ottobre la tendenza è confermata (siamo a 50,24 per cento sul totale dei certificati richiesti). Ma la vera novità è che ha funzionato anche un’altra innovazione digitale voluta fortissimamente dall’assessore Cocco, contro il parere di tanti: il pagamento della Tari, tramite PagoPa sul sito del Comune. Il servizio è entrato in funzione a settembre e in 9.302 ne hanno usufruito per un importo di 2 milioni e 766 mila euro. Nessun altro ente pubblico ha raggiunto questo risultato. Al secondo posto c’è la Regione Veneto. Sta ottenendo anche buoni risultati il rilascio del pass sosta online sempre sul sito del Comune: dal 27 settembre sono stati rilasciati 2.168 pass su un totale di 16.570, circa il 13 per cento. «Il digitale aiuta i tempi della città — dice Cocco — Migliora e semplifica la vita dei cittadini. Elimina i limiti di tempo, elimina i limiti geografici e sicuramente abbatte i costi. Per tutta questa serie di ragioni stiamo consolidando il piano di trasformazione digitale che si basa su quattro pilastri: l’infrastruttura, i servizi, l’educazione digitale e le competenze».
Per il primo aspetto, oltre ad aumentare la banda, sono stati incrementati gli hotspot pubblici per il wi-fi. Sono arrivati a 860. E si sta lavorando in partnership con gli operatori privati per innalzarne il numero. «Entro dicembre — continua Cocco — ci sarà il grande lancio per il 5G. Milano è stata scelta come città dove sperimentare il nuovo protocollo. Stiamo esaminando i progetti che ci vedranno protagonisti. Il bando del Mise è stato vinto da Vodafone. Tra i progetti c’è anche quello della «self driving car», l’auto intelligente.
Passiamo ai servizi. Il fascicolo del cittadino (il luogo virtuale dove sono raccolti i documenti anagrafici, le imposte, le iscrizioni a scuola) sarà ulteriormente implementato: «Non ci vogliamo fermare al pass, ma vogliamo creare un cruscotto della mobilità dove si potranno trovare tutti i passaggi in Area C, le multe, oppure le visure. Insomma vogliamo digitalizzare i processi». Dal 10 aprile, data di partenza del servizio, le pagine visitate sono state 400 mila. Passiamo all’educazione digitale. Con il protocollo alternanza scuola-lavoro, gli uffici del Comune ospiteranno mille ragazzi. Per le competenze, l’appuntamento è ad aprile con «Steminthecity», un mese di eventi per sensibilizzare i giovani alla cultura digitale e avvicinare le ragazze allo studio delle materie tecnico-scientifiche. In attesa della prima digital week che dal 15 al 18 marzo racconterà quello che fanno Comune, Università e aziende per la rivoluzione digitale.