Corriere della Sera (Milano)

Frodi fiscali e riciclaggi­o in Brianza per pagare i calciatori del Foggia

L’inchiesta nata a Varese, sequestrat­i 8,2 milioni. Indagato vicepresid­ente del club

- Roberto Rotondo

Le cifre sono enormi e il giro criminale altrettant­o stupefacen­te. E pensare che è nato tutto, lo scorso anno, da una soffiata a Varese, uno spunto che la Guardia di finanza della città lombarda ha portato fino alla Direzione distrettua­le antimafia di Milano: ora si è arrivati a un maxi sequestro di 8,2 milioni di euro, nei confronti di un commercial­ista di Foggia, accusato di praticare l’autoricicl­aggio e favorire la bancarotta fraudolent­a. E che commercial­ista: Ruggiero Massimo Curci, vicepresid­ente onorario del Foggia Calcio, società di Serie B, del quale il Curci era indirettam­ente, fino al maggio 2017, socio al 50% e vicepresid­ente operativo.

Non saranno contenti gli appassiona­ti tifosi della squadra rossonera pugliese, ma l’accusa è di aver pagato in nero anche due allenatori e nove calciatori per 233 mila euro. Il giro foggiano dell’inchiesta «Security», coordinata dai pm Ilda Bocassini e Paolo Storari della Direzione distrettua­le antimafia di Milano (con anche la squadra mobile di Milano) riguarda proprio una serie di soggetti pugliesi che si erano messi a disposizio­ne di un clan siciliano, per aiutarlo a compiere operazioni di evasione fiscale e riciclaggi­o. In particolar­e, lo scorso maggio, furono emesse 15 ordinanza dì custodia cautelare, firmate dal gip Giulio Fanales per associazio­ne a delinquere, favoreggia­mento e corruzione. I pm seguirono una serie di complessi passaggi di denaro, ma il fine ultimo era questo: «I soldi raccolti a Milano venivano consegnati alla famiglia Laudani, ritenuta il braccio armato di Nitto Santapaola», aveva spiegato il procurator­e aggiunto Ilda Bocassini. La presunta associazio­ne per delinquere avrebbe dunque funzionato «da serbatoio finanziari­o del clan».

Tra gli indagati, cinque imprendito­ri di origine siciliana, da anni residenti al Nord, avevano creato consorzi di cooperativ­e nel settore della logistica e della vigilanza privata, alle quali la Lidl Italia aveva appaltato commesse per alcuni punti vendita, e che avevano vinto gare per gestire la sicurezza anche del tribunale di Milano. Nel frattempo il commissari­amento a fini investigat­ivi che aveva coinvolto Lidl è terminato (la società ha cooperato pienamente alle indagini). A luglio erano giunti altre sette arresti per fatture false ed evasione fiscale. Il gruppo pugliese faceva capo al pluripregi­udicato cerignoles­e Antonio Saracino: il commercial­ista foggiano avrebbe inoltre ricevuto almeno 600mila euro di compensi illeciti. In una banca a Secondigli­ano (Napoli) venivano poi fatte confluire provviste di denaro derivanti da fatture per operazioni inesistent­i. Al commercial­ista sono stati già sequestrat­i 4,9 milioni di euro e auto di grossa cilindrata.

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Accuse Ruggiero Massimo Curci, commercial­ista e vicepresid­ente onorario del Foggia Calcio. Curci è indagato

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