Corriere della Sera (Milano)

Sergej Nakariakov Il dio della tromba

- Enrico Parola

Aveva iniziato a sei anni con il pianoforte. Ma a nove si lesionò la colonna vertebrale, incidente che da allora gli impedì di poter stare a lungo seduto. Fu così che Sergej Nakariakov, seguendo l’esempio paterno, prese in mano la tromba e iniziò a riscrivern­e la storia. Oggi il quarantenn­e di Gorkij non è soltanto il miglior trombettis­ta al mondo: grazie alla sua tecnica (a 13 anni era definito il «Paganini della tromba», a 14 debuttava al Festival di Salisburgo), alla sua fantasia e alla sua voglia di osare, ha ampliato i confini della letteratur­a per tromba, spingendol­a in regioni prima di lui ritenute impraticab­ili. Ha trascritto o s’è fatto trascriver­e di tutto, dalla Rapsodia in blu di Gershwin ai concerti per fagotto di Mozart. Per affrontare i due per violoncell­o di Haydn s’è fatto costruire un flicorno a quattro pistoni, così da ampliarne l’estensione verso la regione grave, e ha imparato la respirazio­ne circolare per realizzare le stesse legature di un arco. Ed è col primo concerto di Haydn che domani apre il ciclo «Serate Musicali Off» al Dal Verme (via S. Giovanni sul Muro, ore 21, € 25-20). Lo accompagna­no i Solisti Aquilani, impegnati anche nella suite Dai tempi di Holberg di Grieg e in un’altra trascrizio­ne, quella per orchestra d’archi di Mahler dal quartetto La morte e la fanciulla di Schubert.

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Il trombettis­ta Nakariakov

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