Centomila posti Solo il 20% per i laureati
In via D’Azeglio il polo ecosostenibile della Luiss: factory ipertecnologica, accoglie studenti e startup
Novantamila laureati disoccupati, quasi un milione di persone senza titolo di studio, settemila analfabeti totali. Il mercato del lavoro milanese resta più aperto per i profili più bassi: camerieri, cuochi, commessi e addetti alle pulizie sono molto più richiesti di biologi, farmacisti e medici. Ancora in calo i contratti a tempo indeterminato.
Là dove fino a qualche mese fa c’era una vecchia officina abbandonata, nel cuore trendy dell’innovation district milanese, tra corso Como e viale Pasubio, nasce un nuovo spazio polifunzionale dedicato alla creatività e alla manifattura del futuro. È il «Milano Luiss Hub for makers and students» di via Massimo D’Azeglio: un polo ecosostenibile di 1.600 metri quadrati, attrezzato con ogni tipo di tecnologia, che vuol diventare punto di riferimento per studenti, artigiani «4.0» e «startupper». I primi — oltre mille ragazzi di 23 licei lombardi — hanno già iniziato a vivere qui la propria esperienza di alternanza scuola-lavoro. A pochi passi, i secondi hanno a disposizione 280 metri quadri della «Startup factory» di Luiss Enlabs e i 160 mq di laboratorio del «FabLab» per sviluppare le proprie idee d’impresa.
A sviluppare il progetto, presentato ieri, sono stati l’Università Luiss, la Fondazione Brodolini, Italia Camp e il Comune che ha concesso gratuitamente lo spazio per quattro anni e ha contribuito con 547 mila euro.
«Questa è la perfetta fotografia di quello che Milano è e vuole essere», ha spiegato il sindaco Beppe Sala, affiancato dall’assessore al Lavoro Cristina Tajani: «Vogliamo una città che lavora sulla rigenerazione degli spazi, dove si realizza una perfetta collaborazione tra pubblico e privato, con l’obiettivo di essere città dell’innovazione e dei giovani». Lo spazio alle spalle di Porta Nuova, affidato tramite bando, è stato recuperato in meno di tre anni. «Questo non è lo sbarco della Luiss a Milano — ha precisato Emma Marcegaglia, presidente dell’ateneo — ma la prova della nostra volontà di metterci al servizio della città. Lavoreremo sull’alternanza scuola-lavoro, offriremo a tutti la possibilità di creare un’azienda digitale grazie al nostro incubatore, porteremo qui i corsi della nostra business school e faremo scoprire ai giovani la nuova manifattura».