I migliori whisky si degustano qui
Hotel Marriot
Bottiglie venerande e mostri sacri, il Milano Whisky Festival compie 12 anni e diventa grande. Non soltanto perché spazi e espositori crescono: a dare la misura dell’evento, il più importante in Italia, sono forse le masterclass, degustazioni guidate da chi quei whisky li ha fatti (o scelti da imbottigliare). Circa 2.000 etichette, 17 masterclass, circa 200 marchi. Non solo malto: anno dopo anno i whiskey americani sono arrivati a una presenza significativa. E poi ci sarà il bretone Armorik, i Kavalan da Taiwan e tanti giapponesi. Ma stasera, tra le masterclass debutta anche il cognac, con l’imbottigliatore Grosperrin. L’appuntamento più atteso è però esaurito, la masterclass-evento con Jim McEwan, da 54 anni nel mondo del whisky: lui fece risorgere una distilleria oggi di culto come Bruichladdich (tra l’altro produce uno dei whisky più torbati al mondo, l’Octomore), lui oggi sta contribuendo a realizzare la nuova distilleria dell’isola di Islay, Ardnahoe (ma è papà anche del gin The Botanist). Una leggenda autentica che ieri sera era a cena al glorioso Mulligan Irish Pub di via Govone. Al festival sarà tra l’altro presentato il Laphroaig Lore, l’ultimo nato della distilleria di Islay che per molti ha rappresentato l’iniziazione ai piaceri del whisky al sapor di torba. Come tutti gli anni, il festival elegge con degustazione alla cieca (blind taste) la miglior bottiglia importata (o messa sul mercato in Italia) nel corso dell’anno. Domani ci sarà anche Fabio Rossi, l’anima di Wilson&Morgan, imbottigliatore italiano di grande prestigio: il suo Beathan è il miglior whisky 2017 nella categoria fino a 12 anni. Il festival è all’hotel Marriot di via Washington 66 e apre alle 14 sia oggi che domani. Ingresso gratuito, con 5 euro si acquistano il bicchiere da degustazione e la guida. Poi, gli assaggi partono dai 3 euro. Per quelli che non sanno rinunciare al drink miscelato, nessun problema: ci sono i cocktail ben fatti del bar Casa mia di viale Regina Giovanna.