Non solo «Pierino e il lupo»
Al Dal Verme rarità di Stravinskij e Shostakovic con la bacchetta di Marco Angius
«Dedicarsi alla musica moderna e contemporanea è come fare l’archeologo». Il paradosso è copyright di Marco Angius, che dopo aver inaugurato la Biennale di Venezia ha aperto e chiuderà il festival Milano Musica; come in Italia, così in tutto il mondo è chiamato per far ascoltare le ultime frontiere dei linguaggi musicali. «Ho portato a Tokyo Waiting for the wind di Sciarrino che abbiamo suonato all’Hangar Bicocca a inizio festival; non è stato immediato far capire a cento sassofonisti e cento flautisti tutti giapponesi gli effetti di Sciarrino, che usa masse strumentali enormi per creare soffi, brusii al limite del percettibile, come il geniale finale dove i trilli in chiave dei flauti evocano il ticchettio della pioggia», racconta il 47enne direttore sardo, che poi chiuderà il 1° e 3 dicembre la rassegna «mettendo il coro in mezzo all’orchestra Verdi, come voleva Debussy per i suoi Notturni: un effetto che merita di essere sentito dal vivo». Ovviamente suonerà anche Sciarrino, il «suo» autore, di cui ha anche inciso due dischi per la Decca.
Tra così tanta contemporanea sembrano antichi gli autori che affronta oggi al Dal Verme con l’Orchestra di Padova e del Veneto, seconda formazione ospite della stagione dei Pomeriggi Musicali (ore 17, via San Giovanni sul Muro 2, € 9-20): con Shostakovich, Stravinskij e Prokof’ev si retrocede al 900 storico russo. «Un periodo conosciuto, ma che ho voluto presentare da prospettive diverse: mi definisco un archeologo perché anch’io vado alla ricerca di opere nascoste e dimenticate; ci sono tanti brani di valore di cui si sono perse le tracce anche se sono stati composti pochi anni fa». Non è il caso di «Pierino e il lupo», la più celebre favola musicale al mondo, che avrà come voce recitante Paolo Rossi. «Ma penso che pochi abbiano ascoltato il secondo Notturno di Chopin che Stravinskij trascrive per la sua coloratissima orchestra dall’originale pianistico, e non certo più frequentemente eseguite sono le musiche di scena che Shostakovich compose per l’Amleto, un fantasmagorico intreccio di fanfare, marce e can can». Al tennis club Anemoni, torneo benefico a sostegno del St. Mary’s hospital in Uganda. Si inaugura oggi su invito alle 17 nel Ridotti dei Palchi della Scala una mostra sul grande direttore d’orchestra Victor de Sabata Presso la Casa di Vetro inaugura la mostra «I Bolscevichi al potere. 19171940: dalla Russia rivoluzionaria al terrore staliniano» Al Casello Sempione Max Loderbauer, veterano della scena elettronica berlinese, suona con Ricardo Villalobos.