La fabbrica delle donne conquista la moda
Viaggio nelle Industrie Cosmetiche, simbolo di Lodi: è «rosa» il 74% del personale
Per una fabbrica di profumi e cosmetici non è così strano che vi lavorino soprattutto donne. Ma a fare impressione sono le dimensioni: alla Industrie Cosmetiche Riunite di Lodi — dove nascono i profumi di Bulgari, Versace, Cavalli, Ferragamo, Tiffany, Trussardi, Gai Mattiolo, Ungaro — da quarant’anni si ragiona in rosa. Oggi dei 589 dipendenti totali quelli di sesso femminile sono 438, il 74 per cento.
Per una fabbrica di profumi e cosmetici non è così strano che vi lavorino soprattutto donne. Ma a fare impressione sono le dimensioni: alla Industrie Cosmetiche Riunite di Lodi — dove nascono i profumi di Bulgari, Versace, Cavalli, Ferragamo, Tiffany, Trussardi, Gai Mattiolo, Ungaro — da quarant’anni si ragiona in rosa. Dei circa 600 dipendenti, tre su quattro sono di sesso femminile. Un caso raro a livello nazionale per imprese di queste dimensioni e unico nel Lodigiano. «Sarà per questo — ha detto in settimana il premier Paolo Gentiloni, ospite d’onore al taglio del nastro del nuovo polo produttivo da diecimila metri quadrati — che qui nonostante le tecnologie avanzate si respira ancora il profumo di Suskind». Se n’era accorto anche Matteo Renzi, che da presidente del Consiglio all’Icr era stato poco più di un anno e mezzo fa per posare la prima pietra dell’ampliamento.
Scoprire e scegliere le essenze, realizzare profumi e creme, curarne confezionamento e packaging: il core business della Icr fa sì che fin dai primi vagiti del complesso industriale lodigiano — nel 1975 nella sede milanese di via Tortona e dal 1986 nel complesso produttivo di Boffalora d’Adda — i curriculum arrivino soprattutto dalle donne. La stessa azienda ha però imboccato con coraggio e fin da subito la strada delle quote rosa: oggi dei 589 dipendenti totali quelli di sesso femminile sono 438, il 74%. Il conto sale nell’area produttiva dove si arriva al 78%: 381 donne su 488. E a beneficiarne non sono solo laboratori, produzione e uffici amministrativi, ma anche la logistica, area storicamente di preminenza maschile. Una vera e propria fabbrica in rosa.
«Per il futuro — scherza Ambra Martone, figlia del fondatore e proprietario Roberto Martone, colui che ebbe l’intuizione di realizzare profumi per i grandi marchi della moda italiana — sarà il caso di lavorare sulle quote azzurre». Lei e la sorella Giorgia rappresentano il volto nuovo e il futuro dell’Icr: rispettivamente 36 e 38 anni, entrambe laureate con lode in Economia alla Bocconi, lavorano in azienda da tre anni la prima e da uno la seconda. Ambra — esperienze nel settore cosmetico a New York e Ginevra — si occupa della produzione, della logistica e della pianificazione. Giorgia, 15 anni nell’altra azienda di famiglia Its, coordina marketing, sviluppo e sistemi informatici. A una loro intuizione si deve l’idea dell’Icr Lab: uno spazio in cui il profumo viene deciso dalla A alla Z insieme al cliente: dalle essenze alla boccetta, al packaging, spiega Giorgia Martone. «Solo nel cda noi donne siamo in minoranza — scherza Ambra — ma si può rimediare».