Corriere della Sera (Milano)

«Qui garanzia di continuità e collaboraz­ione col Tecnopolo»

- M.Gian.

«Sono tesissima». Diana Bracco, ha rappresent­ato il mondo delle imprese nel coordiname­nto per portare l’Ema a Milano e non nasconde il carico di stress che l’accompagne­rà fino a questa sera quando si conoscerà il verdetto di Bruxelles.

Dottoressa Bracco, teme che alla fine la scelta non premierà la candidatur­a migliore dal punto di vista tecnico, ma quella più politica?

«Come si può fare una scelta che non tenga conto dell’operativit­à dell’Ema? Che non tenga conto di una perdita di tempo o di un doppio trasloco della sede dell’Agenzia (Amsterdam prevede il doppio trasloco, ndr)? Milano offre una sede come il Pirellone che è pronta da subito. L’Ema potrebbe trasferirs­i in due settimane. La continuità è importanti­ssima per l’Agenzia del Farmaco e per i cittadini europei. Non solo per l’accesso ai farmaci innovativi, ma ancora di più per la farmaco-vigilanza. C’è una rete informativ­a degli Stati verso Ema e di Ema verso gli Stati su tutte le reazioni avverse e gli effetti collateral­i dei farmaci. Questo significa sicurezza per i cittadini e la sicurezza è un Ema che possa continuare a lavorare in continuità. Ma c’è anche un altro aspetto».

Quale?

«Nella nostre missioni abbiamo sottolinea­to come il distretto lombardo e l’Italia abbia un ruolo di primissimo piano in Europa nel campo della scienza di base e delle life sciences. L’Italia vanta la seconda più grande industria farmaceuti­ca in Europa in termini di volumi di produzione, il 60% dei quali si trovano nell’area metropolit­ana. Venendo a Milano, poi, l’Ema dialoghere­bbe con lo Human Technopole, il grande progetto voluto nell’ex area Expo dal Governo italiano, che nei prossimi mesi diventerà operativo. Sarà una struttura di ricerca tra le più avanzate d’Europa e del mondo. Io dico che è la stessa Europa della ricerca e dell’innovazion­e che trarrebbe un grande beneficio dall’assegnazio­ne a Milano dell’Ema con la creazione di un hub delle scienze della vita».

Lei ha partecipat­o anche alla candidatur­a di Milano per Expo. Più difficile o più facile?

«Per Expo il discorso era relativame­nte più semplice perché c’era un testa a testa fra due città, Milano e Smirne. Per l’Ema ci sono 19 città candidate e il sistema di votazione che prevede 3, 2 e 1 punto rende molto difficile fare delle valutazion­i».

Dove aspetterà i risultati del voto?

«Nel mio ufficio. Non mi muovo da qui. La tensione è alle stelle».

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