Corriere della Sera (Milano)

UN PUZZLE, DUE SCENARI È IL PUNTO DI PARTENZA

- di Massimo Sideri

Oggi bisognerà sperare fino all’ultimo. Ma prepararsi al peggio: si chiudono i giochi sull’Ema, l’Autorità per il farmaco che l’autolesion­ista Brexit inglese ha rimesso in circolazio­ne. Sul fotofinish ci sono Milano, candidata ideale (è oggettivo), Amsterdam e infine — ci perdoni la Slovacchia — una poco sensata Bratislava, risultato di alchimie diplomatic­he ed equilibris­mi europei verso Est più che di un ragionamen­to sulla salute di 500 milioni di cittadini. Sembra un terno al lotto: ventisette votanti con un carnet di sei voti ciascuno, diciannove candidati. Bisognerà strappare almeno tre voti da quattordic­i Paesi. Un puzzle. Immaginiam­o il day after che vogliamo: vittoria. Dovremo ricordare da subito che la sfida è solo agli inizi: la politica ha reagito bene, questo lo riconoscon­o tutti. Tanto che l’Ema dovrebbe diventare «il metodo». Ma con le elezioni alle porte non bisognerà fare l’errore di pensare che la città e il Pirellone potranno prepararsi da soli. Ipotesi due: il day after che non vogliamo. Sconfitta. Qualcuno vorrà strumental­izzare l’esito ma la cosa più importante sarà non perdere la voglia di giocare nel campionato «internazio­nale», la vera marcia in più che Milano sta avendo rispetto alle altre città italiane. Certo, potremo sfogarci con un po’ di ironia: qualche anno fa il Financial Times ironizzò sulla scalata della Popolare di Lodi su Antonvenet­a titolando: «Where is Lodi?». Ce lo meritavamo. Ma adesso il Financial Times dovrebbe titolare: «Where is Bratislava?». L’unica cosa certa è che domani non potrà essere il giorno dei rimpianti. Comunque vada.

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