Oggi prende il largo anche l’ultimo barcone
Oggi (via acqua) saluta anche la chiatta delle Scimmie. Grandi manovre notturne per sollevare le altre
Esce di scena, sotto i riflettori, l’ultima delle cinque chiatte del Naviglio Pavese, la prima ad attraccare quasi quarant’anni fa. Il barcone simbolo, quello che lo storico tempio del jazz, Le Scimmie, utilizzò sin dall’inizio dell’apertura per guadagnare spazio, non ha seguito la sorte degli altri, che sono stati smantellati e quindi sollevati dalla gru per essere trasportati via terra in un deposito, bensì scivolerà dignitosamente sull’acqua, trascinato da un piccolo rimorchiatore. Stamattina risalirà lentamente il Naviglio Pavese, entrerà in Darsena e poi imboccherà il Naviglio Grande che lo porterà fino alla periferia e poi
In vendita La piattaforma che fu tempio di concerti jazz se ne andrà navigando e sarà messa all’asta
ancora oltre, tra Corsico e Trezzano, dove sarà momentaneamente parcheggiato. Laura Burzilleri, direttrice del Consorzio Villoresi, spiega che «se la proprietà non lo reclamerà entro 30 giorni sarà messo all’asta». Il barcone è da sempre ormeggiato nel tratto di naviglio dove termina l’autorità portuale di Milano, cioè oltre i due ponti di via Gola e via Pavia. Sarà dunque svuotato e smontato solo quanto basta a passare sotto i ponti, incluso quello che porta in Darsena per raggiungere il Naviglio navigabile, cioè il Grande. Da quando ha chiuso il locale, nel 2015, il tempo su questa chiatta s’è fermato.
La scorsa notte, intanto, si sono concluse le operazioni di rimozione dei quattro barconi iniziate all’alba di mercoledì: 48 ore di lavori frenetici che hanno visto in campo 60 tra carpentieri e fabbri. A vigilare sulle operazioni agenti di polizia locale, carabinieri e polizia di Stato. Testimoni dell’entusiasmo dei cittadini che cresceva man mano che il corso d’acqua veniva liberato anche dai barconi ormai ridotti a scheletri.
Quasi una rinascita per il Pavese. L’assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza, commenta: «Dopo 30 anni solo la giunta Sala ha avuto il coraggio di andare fino in fondo. Tutte le precedenti amministrazioni hanno sempre detto “no” ai barconi ma nessuno è passato ai fatti. Oggi riteniamo che anche l’entusiasmo dei cittadini ci dà ragione». Il corso d’acqua per i prossimi due anni resterà sgombro: «Si dovrà lavorare per garantirne la navigabilità — precisa l’assessore al Demanio, Roberto Tasca —. In Darsena, invece, sarà allestita in via sperimentale la piattaforma per eventi». Tasca sa bene che i contenziosi non sono finiti. Il titolare di una delle chiatte rimosse, Pancrazio Massimo Montesano, annuncia battaglia: «Per essere a norma con i regolamenti molti anni fa accorciai il barcone, togliendo prua e poppa». L’assessore replica: «Il Comune ha agito per garantire legalità e far rispettare una sentenza definitiva del Consiglio di Stato, Questa giunta vuole tutelare il profilo della legalità delle situazioni senza toni esasperati».
L’operazione di rimozione delle quattro chiatte è costata al Comune 120 mila euro, che saranno addebitate ai diversi proprietari, senza contare il lavoro della polizia locale. La prima chiatta è stata sollevata giovedì alle 4 del mattino. Quindi a distanza di quattro ore hanno preso la strada del deposito di via Novara anche le altre. L’ultima ieri notte. Operazione spettacolare, che ha calamitato l’attenzione dei residenti le cui abitazioni si affacciano sul canale, i pochi ovviamente presenti nel periodo di feste.