«Io, veterinaria che sfrutto le energie positive»
Malanni per cani, gatti e cavalli: ecco la tecnica che ora si affianca alle terapie tradizionali
«Se si vuole comprendere l’Universo, bisogna pensare in termini di energia, frequenza e vibrazione». Questo pensiero di Nikola Tesla, l’ingegnere elettrico che si dedicò anche allo studio delle energie «superiori», è uno di quelli che porto sempre con me e il cui significato ho compreso a fondo solo dopo aver incontrato reiki, una ventina di anni fa. Di cosa si tratta? Di un sistema energetico di risanamento e riequilibrio olistico in grado di generare armonia fisica, mentale e spirituale. Dal punto di vista energetico, la malattia è l’espressione di uno squilibrio tra l’energia universale (rei) e l’energia vitale dell’organismo (ki). Tradizionalmente i trattamenti reiki vengono proposti agli esseri umani; la quasi totalità della letteratura presente riguarda infatti casistiche umane. Essendo medico veterinario non ho potuto resistere alla tentazione di sperimentare l’energia reiki sugli animali, evidenziando che su di loro l’efficacia è persino superiore. Ovviamente ho dovuto apportare variazioni al trattamento umano, soprattutto ho dovuto imparare a prestare la massima attenzione al linguaggio non verbale degli animali, essendo comprensione e rispetto la base di un trattamento Reiki. Creare una condivisione energetica è fondamentale.
In tutte le specie viventi, i problemi sul piano fisico riconoscono come causa o concausa squilibri sul piano emozionale; per questo motivo reiki si rivela un aiuto spesso decisivo. Mi sono ben presto resa conto come reiki rappresenti un sistema di risanamento ideale per gli animali, perché dolce, non invasivo, rispettoso e non doloroso. Da molti anni ormai tratto con reiki soprattutto cani e gatti, in affiancamento alle tradizionali diagnosi e terapie mediche veterinarie. L’efficacia è evidente nel mantenimento della salute, nell’accelerazione della guarigione in animali malati o feriti, nel recupero post chirurgico, nella riduzione del dolore e dell’infiammazione, nella risoluzione di problematiche comportamentali quali stress, ansia o aggressività, nella riduzione degli effetti collaterali di terapie convenzionali e anche nell’accompagnamento del processo di morte alleviando paura e sofferenza. Utile risulta nella gestione di ansie e stress negli ospiti dei canili.
La risposta ai trattamenti reiki appare essere evidente e veloce negli animali non essendo filtrata da pregiudizi intellettuali e barriere mentali; penso sempre che il regno animale abbia parecchio da insegnarci. Pian piano anche parte del mondo accademico universitario si sta interessando all’argomento e sta verificando l’efficacia dei trattamenti reiki in medicina veterinaria, organizzando seminari, approfondimenti e incontri ai quali ho avuto l’opportunità di partecipare portando la mia esperienza.