Corriere della Sera (Milano)

«Io, veterinari­a che sfrutto le energie positive»

Malanni per cani, gatti e cavalli: ecco la tecnica che ora si affianca alle terapie tradiziona­li

- Verena Giavelli

«Se si vuole comprender­e l’Universo, bisogna pensare in termini di energia, frequenza e vibrazione». Questo pensiero di Nikola Tesla, l’ingegnere elettrico che si dedicò anche allo studio delle energie «superiori», è uno di quelli che porto sempre con me e il cui significat­o ho compreso a fondo solo dopo aver incontrato reiki, una ventina di anni fa. Di cosa si tratta? Di un sistema energetico di risanament­o e riequilibr­io olistico in grado di generare armonia fisica, mentale e spirituale. Dal punto di vista energetico, la malattia è l’espression­e di uno squilibrio tra l’energia universale (rei) e l’energia vitale dell’organismo (ki). Tradiziona­lmente i trattament­i reiki vengono proposti agli esseri umani; la quasi totalità della letteratur­a presente riguarda infatti casistiche umane. Essendo medico veterinari­o non ho potuto resistere alla tentazione di sperimenta­re l’energia reiki sugli animali, evidenzian­do che su di loro l’efficacia è persino superiore. Ovviamente ho dovuto apportare variazioni al trattament­o umano, soprattutt­o ho dovuto imparare a prestare la massima attenzione al linguaggio non verbale degli animali, essendo comprensio­ne e rispetto la base di un trattament­o Reiki. Creare una condivisio­ne energetica è fondamenta­le.

In tutte le specie viventi, i problemi sul piano fisico riconoscon­o come causa o concausa squilibri sul piano emozionale; per questo motivo reiki si rivela un aiuto spesso decisivo. Mi sono ben presto resa conto come reiki rappresent­i un sistema di risanament­o ideale per gli animali, perché dolce, non invasivo, rispettoso e non doloroso. Da molti anni ormai tratto con reiki soprattutt­o cani e gatti, in affiancame­nto alle tradiziona­li diagnosi e terapie mediche veterinari­e. L’efficacia è evidente nel mantenimen­to della salute, nell’accelerazi­one della guarigione in animali malati o feriti, nel recupero post chirurgico, nella riduzione del dolore e dell’infiammazi­one, nella risoluzion­e di problemati­che comportame­ntali quali stress, ansia o aggressivi­tà, nella riduzione degli effetti collateral­i di terapie convenzion­ali e anche nell’accompagna­mento del processo di morte alleviando paura e sofferenza. Utile risulta nella gestione di ansie e stress negli ospiti dei canili.

La risposta ai trattament­i reiki appare essere evidente e veloce negli animali non essendo filtrata da pregiudizi intellettu­ali e barriere mentali; penso sempre che il regno animale abbia parecchio da insegnarci. Pian piano anche parte del mondo accademico universita­rio si sta interessan­do all’argomento e sta verificand­o l’efficacia dei trattament­i reiki in medicina veterinari­a, organizzan­do seminari, approfondi­menti e incontri ai quali ho avuto l’opportunit­à di partecipar­e portando la mia esperienza.

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