Vandali, il branco assalta i metrò dopo la movida
Coinvolti in 40. Mezzi devastati e sostituiti
Per due sabati, 23 dicembre e 6 gennaio, hanno distrutto i treni del metrò. I poliziotti della Polmetro li hanno individuati, seguiti, hanno annotato 39 nomi. Il materiale accumulato basta per chiudere con sei denunce (cinque minorenni e un maggiorenne) l’inchiesta su uno dei più estesi, feroci e immotivati raid vandalici degli ultimi tempi. Porte sfondate, freni d’emergenza azionati. Tanti danni che per due volte, nella stessa sera, l’Atm ha dovuto bloccare e sostituire i treni per motivi di sicurezza.
Ipoliziotti hanno studiato i filmati. Hanno in mente i volti. Hanno le foto sui telefonini. Immagini di devastazione. Quaranta ragazzini che per due sabati, 23 dicembre e 6 gennaio, hanno distrutto i treni del metrò. Sabato 13 gennaio, pochi minuti dopo mezzanotte, la banchina della fermata «Porta Genova» è stracolma: i poliziotti della Polmetro sono in borghese, confusi tra i passeggeri, studiano facce e movimenti. «Eccoli». Sono ancora loro. Li agganciano poco prima dell’ultimo treno. Li seguono, iniziano a identificarli lungo il percorso fino a «Cascina Gobba»: annotano 39 nomi. E in un paio d’ore accumulano il materiale per chiudere con 6 denunce (5 minorenni e un maggiorenne) l’inchiesta su uno dei più estesi, feroci e immotivati raid vandalici degli ultimi tempi. Tanto che per due volte, nella stessa sera, l’Atm ha dovuto bloccare e sostituire i treni per motivi di sicurezza. «Siamo riusciti ad arginare un fenomeno preoccupante — spiega la dirigente dell’Ufficio prevenzione generale della questura, Maria Josè Falcicchia — sia per i danni sui beni pubblici, sia per l’intralcio nel servizio ai cittadini, sia per il pericolo che in situazioni del genere corrono gli altri passeggeri e gli stessi ragazzi».
Ragazzi normali, per lo più studenti, in maggioranza dell’hinterland a Est della città, tutti (tranne uno) figli di famiglie che non hanno mai avuto problemi con la giustizia. Solo le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza dell’Atm rendono il senso di un assalto, con i ragazzini che piombano in massa nel treno alla fermata, si attaccano ai corrimano, iniziano a scalciare contro i finestrini (mandandone molti in frantumi). I filmati raccontano però soltanto una parte dell’attacco che, nella notte tra 23 e 24 dicembre, inizia mezz’ora dopo la mezzanotte a «Porta Genova».
I ragazzini spaccano un armadio dell’antincendio, aprono gli estintori, uno (ubriaco) attraversa più volte i binari. Poi salgono sul treno: e a calci, o con l’estintore, iniziano a spaccare i finestrini. Alla fermata «Moscova» il treno è costretto a una pausa di 4 minuti. In «Centrale», il macchinista segnala che il treno è talmente devastato da non poter proseguire in sicurezza. Tutti i passeggeri vengono fatti scendere. In attesa del convoglio sostitutivo, i vandali devastano la stazione. In 5 minuti arriva un secondo treno, che a «Loreto» e «Lambrate» dovrà fare altre due pause impreviste, perché i ragazzini tirano le leve dei freni di emergenza. Anche questo treno, a «Vimodrone», viene però fermato: troppi vetri dei finestrini e delle porte sono sfondati. Per la seconda volta (a quel punto i vandali sono già scappati), i passeggeri vengono
Siamo riusciti ad arginare un fenomeno preoccupante sia per i danni su beni pubblici, sia per l’intralcio al servizio ai cittadini Maria Josè Falcicchia dirigente dell’Ufficio prevenzione generale della questura
fatti scendere; l’Atm è costretta a mettere in linea un altro treno, non previsto; l’operazione richiede più di mezz’ora: la corsa si chiuderà alle 2.38 al capolinea di «Gessate», con un’«interruzione di pubblico servizio» (reato contestato ai 6 denunciati, insieme al «danneggiamento aggravato») di circa 70 minuti.
«Voglio ringraziare la questura — spiega Arrigo Giana, direttore generale di Atm — Stiamo lavorando in maniera seria e concreta per garantire la sicurezza dei passeggeri, ma solo grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine tali azioni possono essere veramente efficaci». Aggiunge Maria Josè Falcicchia: «La Polmetro è un’eccellenza della questura ed esiste soltanto a Milano. Il lavoro fatto su questi vandalismi rientra nel più complessivo e rafforzato impegno per la sicurezza urbana e il controllo del territorio, secondo le indicazioni del questore Marcello Cardona».
Il secondo assalto parte dalla stessa stazione e alla stessa ora, nella notte tra 6 e 7 gennaio: i ragazzi salgono a «Porta Genova»; all’1.12 il treno entra in stazione a «Vimodrone», anche stavolta il macchinista scende e scopre che due carrozze sono state devastate; a causa dei vetri rotti si impone un nuovo blocco del servizio e così, anche stavolta, tutti i passeggeri vengono fatti uscire in attesa di un altro treno. Dopo aver esaminato i fatti, i poliziotti si sono detti: «Organizziamo un servizio anche per il prossimo sabato». Non era scontato, ma anche la settimana successiva i vandali hanno preso l’ultimo metrò da «Porta Genova». E sono stati «agganciati».