Corriere della Sera (Milano)

BINARIO 21 LA PARTITA DECISIVA

- di Daniele Dallera

Il viso di Gigio Donnarumma era un libro aperto. Portiere glaciale, abituato a sfidare 60 mila persone che lo studiano, lo esaltano, ma tra questi anche minoranze nemiche pronte a urlargli ogni nefandezza. Ma lì sul Binario 21, il portiere nato campione era fragile, aveva la testa piena di pensieri, il cuore travolto dall’emozione: sensazioni rivolte a una storia tragica, a quei treni sovraffoll­ati di innocenti diretti verso una lunga agonia e una condanna a morte dalla quale sfuggivano in pochi. Gigio, 19 anni battezzati tra pochi giorni, è già ricco, ma non solo di milioni. Su quel Binario della memoria, Gigio si è arricchito di storia, cultura, accompagna­to da un magone mai provato prima: eh sì che la sua vita sportiva è tutta un batticuore, ma il Binario 21 con le sue testimonia­nze è una lezione unica ed eterna. Insieme a Gigio, al Binario 21 c’erano tanti altri protagonis­ti del calcio, presente e passato (menzioniam­o solo due simboli della Milano rossoneraz­zurra: Gianni Rivera e Sandro Mazzola), che hanno risposto con trasporto all’invito della Fondazione Memoriale della Shoah. Un assist fantastico per un gol capolavoro che ha sconfitto tutti quegli sconsidera­ti, una minoranza d’accordo, ma presente e vergognosa, che allo stadio entrano con la loro encicloped­ia di ignoranza inscenando recite e manifestaz­ioni razziste e antisemite: le loro facce, le loro bocche, trasmetton­o messaggi di odio. Gran bella partita quella giocata martedì al Binario 21: non la si dimentichi.

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