Città della salute Un’altra tegola
Condotte d’Acqua spa, che guida la cordata di imprese che deve realizzare la Città della salute, apre una procedura fallimentare per le difficoltà economiche. A rischio un’opera da 450 milioni.
Un’altra grana, l’ennesima, per la Città della Salute. Condotte d’Acqua spa, la società leader della cordata imprenditoriale che deve realizzare il mega-ospedale sulle ex acciaierie Falck, ha aperto una procedura fallimentare per pesanti difficoltà economiche. La novità è del 15 gennaio. Non vuole dire che l’impresa sta andando gambe all’aria, ma di sicuro le premesse per iniziare la realizzazione di un’opera da 450 milioni di euro, il più grande appalto pubblico europeo, non sono le migliori. Il trasloco dell’Istituto dei Tumori e del neurologico Besta a Sesto è già stato travolto da scandali giudiziari e rimasto impantanato in ricorsi e controricorsi sull’aggiudicazione della gara. Ora un nuovo intoppo.
Condotte d’Acqua è sommersa da debiti cui non riesce a fare fronte (anche a causa di crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni e saldati a rilento). Il Tribunale di Roma le ha concesso fino al 18 maggio per presentare la proposta definitiva di concordato preventivo o di una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti. Il che — fuori dai tecnicismi — vuole dire trovare un accordo in Tribunale con i creditori sotto la vigilanza dei giudici e dei commissari.
L’evolversi della situazione va monitorato da vicino: la firma del contratto definitivo di costruzione per la realizzazione della Città della Salute era atteso a gennaio. Ma ancora non c’è. Prima Infrastrutture lombarde, la holding di Regione Lombardia che si occupa di edilizia ospedaliera e stazione appaltante dell’opera, deve essere certa che Condotte sia in grado di mantenere gli impegni presi. È il motivo per cui i vertici di Infrastrutture a breve si metteranno in contatto con il Tribunale fallimentare, attore più che rilevante della partita.
All’inizio di dicembre Guido Bonomelli, il direttore generale di Infrastrutture, spiegava: «Attendiamo gli ultimi certificati che attestino la bonifica dei terreni in capo a MilanoSesto (la società di Davide Bizzi proprietaria dei terreni, ed eventuali provvedimenti della giunta regionale, per procedere senza indugi alla firma del contratto. Ci saranno 9 mesi di progettazione, 1.080 giorni di lavori, più altri 180 per collaudi e trasloco. Saranno realizzati 700 posti letto in strutture articolate di soli tre piani, alte non più di 18 metri, immerse nel verde come previsto dal masterplan originario di Renzo Piano».
Adesso, forse, ci vorrà più cautela, anche se Condotte sta lavorando a un piano di rilancio. Se tutto filerà liscio l’inaugurazione è prevista per la fine del 2021. Ma la data è già slittata più volte.