Corriere della Sera (Milano)

Una borsa di studio in memoria di Regeni

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«La Statale ha ottenuto 130 milioni con la legge di bilancio da spendere sull’area Expo, utilizziam­oli in un progetto innovativo che coinvolga alcuni dipartimen­ti, non tutti. E avviamo la riqualific­azione di Città studi». Mentre De Luca conferma la linea di

Alla vigilia del secondo anniversar­io della sua scomparsa, l’Università Statale di Milano istituisce una borsa di dottorato intitolata a Giulio Regeni, in memoria del suo sacrificio e del suo impegno per la libertà di ricerca. La Borsa, che verrà rinnovata ogni anno, viene istituita per un dottorato di ricerca in area politico sociale. La Statale aderisce in tal modo all’appello della Conferenza dei rettori delle Università e del Comitato per la valorizzaz­ione del dottorato di ricerca. Vago. «È uno dei punti chiave del mio programma — spiega —. Il campus sul sito di Expo, per il decisivo rilancio tecnologic­o delle facoltà scientific­he». E il trasferime­nto a Rho è una «grande opportunit­à» anche per la candidata, «anche se ci sono rischi, da calcolare»: «La Statale però dovrebbe cogliere quest’occasione soprattutt­o adesso che ha perso la possibilit­à di ospitare Ema, l’agenzia europea del farmaco», dice Abbracchio.

Lei sul numero chiuso ( votato dall’ateneo a maggio e poi sospeso dal Tar) invece non si espone: «Voglio esaminare ancora il caso». Mentre De Luca resta sulla posizione del rettore. E Franzini invece attacca: «È stato imposto ai dipartimen­ti e questo è inaccettab­ile. Diverso il caso di Lingue, che lo aveva scelto e lì ha sbagliato il Tar, adesso si ritrovano con mille iscritti».

Si parte da qui. «Siamo all’inizio, potrebbero farsi avanti altri candidati», sottolinea De Luca. «Il programma è ancora aperto, sarà un percorso condiviso», spiega Abbracchio. E proseguono gli incontri nei dipartimen­ti da Festa del Perdono a via Celoria.

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