Anaïs, la forza gentile dell’arpa
Gaudemard: «Sbaglia chi pensa sia uno strumento da signorine esangui»
«Se la carriera da solista è limitata da un repertorio esiguo? Tutt’altro, ci sono tanti concerti con orchestra, ne ho incisi tre di Ginastera, adoro quello di Boieldieu, li scrissero nell’800 francesi e tedeschi. Infatti sono molto impegnata e non sarebbe pensabile un impiego anche in orchestra. Ad esempio non avevo mai suonato questo “Morceau de concert”, è la mia prima volta e ne sono molto contenta perché è bellissimo». Anaïs Gaudemard pizzica le corde della sua arpa al Dal Verme, ospite dei Pomeriggi Musicali (stasera ore 21, sabato ore 17, via San Giovanni sul Muro 2, € 920, tel. 02.87.905) diretti da Stefano Montanari «in un programma tutto francese, e questo mi piace molto» sorride la 26enne musicista marsigliese, sintetizzando col suo buon italiano («l’ho imparato venendo in vacanza qui: Firenze e Venezia, Sardegna e Sicilia») una locandina in cui campeggiano la popolare «Pavane» di Fauré, la suite dal balletto «Le peintre et son modèle» di Auric , la spumeggiante Sinfonia in do di Bizet e il «Morceau de concert» di Saint-Saëns. «Un brano assai virtuosistico, ma allo stesso tempo molto melodico, pieno di effetti e di colori: è un vero e proprio concerto condensato in un unico movimento. Talvolta si crede che per suonare l’arpa basti accarezzare delicatamente le corde, come una fanciulla esangue, invece ci vuole forza, per ogni nota ci sono tre corde, una di esse è di acciaio e farla vibrare adeguatamente è tutt’altro che semplice». Eppure è proprio questa energia che aveva colpito la sedicenne Anaïs: «Non sono nata in una famiglia di musicisti, il mio primo avvicinamento è avvenuto un po’ per caso e attraverso uno dei canali più ovvi, il pianoforte. A 12 anni entrai in Conservatorio, a 16 conobbi l’insegnante di arpa e rimasi folgorata dai colori che scaturivano dal suo strumento; non ebbi tentennamenti, cambiai subito corso». Era la corsia giusta per lanciarsi nel concertismo internazionale: nel 2012 vinceva l’International Harp Contest in Israele, oggi è già considerata una delle migliori arpiste del mondo.