Regione e città le questioni dimenticate
Caro Schiavi, stiamo assistendo ad una campagna elettorale dove provocazioni e promesse si succedono, ma non si vede il prodotto che dovrebbero reclamizzare. Così si sta sui vaccini sì o no ma non si capisce cosa fare della sanità pubblica, si cercano citazioni costituzionali a supporto della «razza bianca» ma non si capisce come gestire la combinazione tra cambiamenti climatici e neo-colonialismo che produce flussi migratori imponenti. Tutti parlano di innovazione delle istituzioni ma dopo la bocciatura delle modifiche costituzionali nessuno dice come: dimezzare il numero delle provincie, costituire macro regioni, rendere perentoria l’unione dei comuni, lasciare solo Milano e Napoli come Città metropolitane? In particolare, nella relazione tra elezioni nazionali e quelle regionali, non si parla in alcun modo del cosa fare della Città Metropolitana, oggi un residuo dell’amministrazione provinciale che fu e una periferia del Comune capoluogo per discariche, vasche di laminazione e per le conseguenze di grandi interventi urbanistici come il dopo Expo, Città studi, Ortomercato, ex scali ferroviari. Perché un’area metropolitana che produce più del 13% del Pil, con una qualità innovativa che fa da traino al resto del Pil dell’Italia dentro la competizione globale, non deve vedere il compimento di una istituzione prevista dal Titolo Quinto della Costituzione? Perché i suoi parchi non devono diventare un unico parco di cintura coerente per la valorizzazione di un turismo che è oggi insieme culturale, alimentare, scientifico, con la filiera agro-alimentare più importante tra le metropoli europee? E Milano, può rassegnarsi all’aumento occupazionale solo precario in condizioni di sicurezza troppe volte trascurate? Fiorello Cortiana
Caro Cortiana,
di amnesie in campagna elettorale se ne potrebbero elencare tante, una della più gravi è l’inquinamento: del tutto rimosso. Sulla città metropolitana però la contraddico. Non serve più parlarne, servirebbe un gesto dimostrativo per dire quel che tutti sanno: vanno cancellate e rifatte, ne bastano due o tre e con i poteri adeguati. Quanto a urbanistica e sanità, è un bel match. Milano sta trasferendo un pezzo di Città studi in funzione di una città metropolitana che di fatto non esiste. E la Regione sta disegnando una mappa della sanità in cui le sovrapposizioni, nel caso dell’oncologia, ricordano quello delle cardiochirurgie (poi corrette). Poca visione, molta confusione, qualche strillo. Épater le bourgeois...