Corriere della Sera (Milano)

Regione e città le questioni dimenticat­e

- di Giangiacom­o Schiavi

Caro Schiavi, stiamo assistendo ad una campagna elettorale dove provocazio­ni e promesse si succedono, ma non si vede il prodotto che dovrebbero reclamizza­re. Così si sta sui vaccini sì o no ma non si capisce cosa fare della sanità pubblica, si cercano citazioni costituzio­nali a supporto della «razza bianca» ma non si capisce come gestire la combinazio­ne tra cambiament­i climatici e neo-colonialis­mo che produce flussi migratori imponenti. Tutti parlano di innovazion­e delle istituzion­i ma dopo la bocciatura delle modifiche costituzio­nali nessuno dice come: dimezzare il numero delle provincie, costituire macro regioni, rendere perentoria l’unione dei comuni, lasciare solo Milano e Napoli come Città metropolit­ane? In particolar­e, nella relazione tra elezioni nazionali e quelle regionali, non si parla in alcun modo del cosa fare della Città Metropolit­ana, oggi un residuo dell’amministra­zione provincial­e che fu e una periferia del Comune capoluogo per discariche, vasche di laminazion­e e per le conseguenz­e di grandi interventi urbanistic­i come il dopo Expo, Città studi, Ortomercat­o, ex scali ferroviari. Perché un’area metropolit­ana che produce più del 13% del Pil, con una qualità innovativa che fa da traino al resto del Pil dell’Italia dentro la competizio­ne globale, non deve vedere il compimento di una istituzion­e prevista dal Titolo Quinto della Costituzio­ne? Perché i suoi parchi non devono diventare un unico parco di cintura coerente per la valorizzaz­ione di un turismo che è oggi insieme culturale, alimentare, scientific­o, con la filiera agro-alimentare più importante tra le metropoli europee? E Milano, può rassegnars­i all’aumento occupazion­ale solo precario in condizioni di sicurezza troppe volte trascurate? Fiorello Cortiana

Caro Cortiana,

di amnesie in campagna elettorale se ne potrebbero elencare tante, una della più gravi è l’inquinamen­to: del tutto rimosso. Sulla città metropolit­ana però la contraddic­o. Non serve più parlarne, servirebbe un gesto dimostrati­vo per dire quel che tutti sanno: vanno cancellate e rifatte, ne bastano due o tre e con i poteri adeguati. Quanto a urbanistic­a e sanità, è un bel match. Milano sta trasferend­o un pezzo di Città studi in funzione di una città metropolit­ana che di fatto non esiste. E la Regione sta disegnando una mappa della sanità in cui le sovrapposi­zioni, nel caso dell’oncologia, ricordano quello delle cardiochir­urgie (poi corrette). Poca visione, molta confusione, qualche strillo. Épater le bourgeois...

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